I ragazzi della Scuola di musica di Mondovì protagonisti di una “prima” assoluta

L’opera “L’ultimo principe” del compositore Carlo Galante debutta ad Asti il 28 ottobre, con replica al “Toselli” di Cuneo il giorno successivo

(p.r.) – L’anno scorso con “Eloise” la Fondazione Academia Montis Regalis (che gestisce le Scuole di musica di Mondovì, Asti e Busca) ha inaugurato la proposta di avvicinare i ragazzi al teatro musicale, mettendo in scena una vera e propria opera lirica. Un’occasione unica di vivere in prima persona il funzionamento di un mondo complesso come quello che si muove ogni giorno dietro al sipario dei maggiori teatri lirici italiani. Fare un’opera vuol dire gestire un’orchestra con decine di elementi, cantanti-attori, costumisti, scenografi, per non parlare della cura delle luci e degli effetti speciali. Quest’anno la Fondazione ha alzato ulteriormente l’asticella, incentrando il laboratorio su un’opera nuova, mai rappresentata. Quella di sabato 28 ottobre al teatro “Alfieri” di Asti (con replica al “Toselli” di Cuneo) sarà una prima assoluta del lavoro “Corradino - L’ultimo Principe” del compositore milanese Carlo Galante, su libretto di Giuseppe Di Leva. L’opera racconta la storia vera di Corradino, ultimo discendente degli Hohenstaufen, che scende in Italia con l’obiettivo di riconquistare il regno del nonno Federico II. Arriva in una Roma abbandonata, e l’incoronazione ha del grottesco. Successivamente sarà sconfitto da Carlo D’Angiò e comincia una serie di peripezie rocambolesche, che si concluderanno in modo tragico. Una storia severa, che nel mondo della musica diventa una favola, tutta da raccontare e da vivere. Le nove scene che la scandiscono sono segnate dalla giocosità stravagante dei molti personaggi che interagiscono con i due ragazzi. I Cori di voci bianche interpretano ragazze impertinenti, soldati infreddoliti che varcano le rupi ghiacciate delle Alpi, popolani che cantano inni al buon vino e soldati che combattono nella battaglia di Tagliacozzo. L’opera è immaginata come un teatro di maschere e marionette, ovvero come l’antico teatro dei pupi, dove tutti sono dipinti con tratti stilizzati e colorati e dove ogni realismo è bandito e sostituito dalla fantasia. 
«Abbiamo ascoltato quest’opera nella sua prima versione che aveva un organico più ridotto e ne siamo rimasti colpiti. Abbiamo contattato il compositore commissionandogli una versione riorchestrata per un organico maggiore. In questo senso la nostra sarà una prima assoluta di questo lavoro – commenta Maurizio Fornero, direttore artistico dell’Academia Montis Regalis –. Il lavoro ha un linguaggio musicale complesso, non così immediato, anche se naturalmente è alla portata del livello di preparazione dei ragazzi. È una sfida complessa per loro e una scommessa per tutti noi. Io stesso non ero sicuro di come avrebbero potuto affrontare l’impatto con una musica così particolare dal punto di vista compositivo. L’ascoltatore verrà a contatto di un linguaggio immediato, comprensibile anche se dai tratti indiscutibilmente contemporanei. Diversa naturalmente è la prospettiva di chi affronta quest’opera da musicista e cantante e che deve misurarsi con la difficoltà di riconoscere i suoni, orientandosi in un’armonia non semplice, ricca di dissonanze e particolarità. Devo dire che in questo i ragazzi sono davvero stati una sorpresa continua. Quando si riesce ad accendere in loro la scintilla della passione, allora davvero tirano fuori un’energia e una dedizione insospettabili». La partitura di “Corradino” è ricca di particolarità e colori orchestrali inusuali: «La partitura è semplice, ma è un linguaggio ricco di scelte timbriche particolari, che riescono ad essere insieme dirette ed efficaci ma mai banali. Lo stile compositivo è però estremamente complesso perchè Carlo Galante è un compositore contemporaneo e nel suo bagaglio ci sono stili e linguaggi diversi, di cui lui si avvale nel musicare il testo di Di Leva. Ci sono, ad esempio, dissonanze, armonie complesse, “risoluzioni” e progressioni armoniche particolari. Allo stesso tempo, c’è tantissimo contrappunto in questa scrittura».
Sabato i ragazzi terranno la prova con l’orchestra, inaugurando l’ultima settimana di lavoro prima del debutto astigiano. La regia dell’allestimento è di Maria Paola Viano, che ha firmato molte regie soprattutto in ambito operistico sia in Italia sia all’estero, ponendo particolare interesse per la produzione degli autori contemporanei. Le scenografie, i costumi e il trucco sono opera degli allievi e delle allieve dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, con la supervisione dei docenti Massimo Voghera e Claudia Esposito (scenografia), Arminda Falcione, Giovanna Fiorentini e Gigliola Vinci e la collaborazione di Luna Iemmola (progettazione e realizzazione dei costumi e trucco). La direzione musicale è invece affidata a Maurizio Fornero. Ad accompagnare i cantanti solisti e il Coro, in buca ci sarà un’orchestra di 18 elementi, interamente formata da musicisti professionisti, tra i quali si segnalano parecchi docenti delle Scuole di musica di Asti, Mondovì e Busca. “L’ultimo principe” sarà interpretato da circa 60 ragazzi e ragazze del Civico Istituto di musica “Giuseppe Verdi” di Asti (l’istituzione di didattica musicale più antica del Piemonte tuttora in attività, essendo stata fondata nel lontano 1825), della Scuola comunale di musica di Mondovì e dell’Istituto di musica “Antonio Vivaldi” di Busca, queste ultime gestite dalla Fondazione Academia Montis Regalis. Tra i protagonisti si segnalano Anna Araghi, nel ruolo di Corradino, Margherita Scaramuzzino nei panni di Federico e Li Chenje nelle parti del Contadino, dell’Ubriaco e del Barcaiolo. A essi si aggiungono i Pescatori (Sofia Gavotto Canavero, Antonio Viara, Vittorio Scossa-Lodovico), il Generale (Jennifer De Lorenzo), il Messo papale (Lucia Magnino) e il Popolano (Silvia Abrate).

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