Deposito rifiuti, la “Bottega del vino”: «La denominazione Dogliani Docg è in pericolo»

Al "coro dei no" al progetto si unisce l'Associazione che raggruppa 40 cantine di Langa: «Il nostro lavoro in natura ci impone il ruolo di guardiani dell’ecosistema agrario

A pochi giorni dalla data della Conferenza dei servizi, che martedì 21 novembre sarà chiamata ad esprimersi sul progetto di deposito rifiuti pericolosi a Clavesana, presentato dalla Cement Srl in Provincia, continua a crescere il coro dei "no".

L'ultima in ordine di tempo a prendere una netta posizione contro l'iniziativa è la "Bottega del vino Dogliani Docg", Associazione del produttori di vino di Langa, che si unisce ai "no" già espressi nelle scorse settimane dai circa 400 cittadini aderenti al "Comitato per il no", dall'Amministrazione comunale clavesanese e da 13 Comuni vicini, da Slow Food, Cantina Clavesana, Associazione "Calanchi di Clavesana", Casa di accoglienza "Capanna di Betlemme" di Farigliano e Confcooperative Cuneo. Contro il progetto si sono pronunciati anche importanti imprenditori locali e nazionali: il designer Chris Bangle, il patron di "Baladin" Teo Musso, il "maestro cioccolatiere" Guido Gobino, Beppino Occelli e la produttrice vinicola Anna Maria Abbona.

Associazione che riunisce 40 cantine: piccole realtà e aziende di fama internazionale
«"La Bottega del vino Dogliani Docg" è una Associazione tra produttori della denominazione Dogliani Docg che ha come scopo principale la tutela e la promozione del vino, del territorio e del paesaggio agrario. Rappresenta 40 cantine produttrici, che vanno dalle piccole realtà artigianali fondamentali per la salvaguardia capillare del territorio ad aziende più grandi e di fama internazionale, associando anche le due principali realtà Cooperative del territorio, Cantina Clavesana e Cantina del Dolcetto di Dogliani – spiega la presidente Nicoletta Bocca –. Avendo già inviato in data 7 ottobre una lettera di Osservazioni alla Provincia di Cuneo, ci sentiamo in dovere di rendere pubblica la nostra posizione approvata in sede di riunione del direttivo. Non vogliamo affrontare aspetti seppur importantissimi quali la possibile minaccia alla salute che una simile attività può rappresentare e nemmeno sottolineare aspetti rilevanti come il traffico di mezzi pesanti e l’inquinamento generati da una simile attività, il disagio e la preoccupazione della popolazione, i dubbi sollevati da geologi sulla idoneità del luogo scelto, dubbi già espressi in passato e che sono stati ribaditi e bene illustrati anche in questa occasione. Siamo infatti certi che tutti questi aspetti siano stati affrontati da altre Associazioni e Enti presenti sul territorio capaci di farlo sicuramente meglio di noi. Vogliamo però accendere i riflettori sugli aspetti che più conosciamo e che riguardano la nostra attività, che sta generando un importante flusso turistico e che sta dando prospettiva di sviluppo ad una zona che deve avere il coraggio di decidere la propria identità territoriale e sviluppo futuro: quella di un territorio ad alta vocazione vitivinicola e turistica».

«Scelta totalmente contraria alla prospettiva di sviluppo della zona»
«Riteniamo che la scelta di collocare il progetto in uno dei più importanti Comuni viticoli della denominazione Dogliani Docg – area che comprende anche altre importanti denominazioni quali Alta Langa Docg e Langhe Doc – sia una scelta totalmente contraria alla prospettiva di sviluppo della zona. Stiamo parlando di un tessuto di famiglie contadine che operano in viticoltura ma anche in corilicoltura, allevamento e pastorizia con trasformazione, produzione di aromatiche, cerealicoltura di alta qualità, per non parlare delle attività di ricezione e accoglienza che sono indubbiamente la chiave dello sviluppo di questa area unica e preziosa il cui paesaggio agrario e viticolo ha permesso l’ingresso nella buffer zone Unesco accanto ai vicini territori chiave di Barolo e Barbaresco – prosegue il direttivo della "Bottega" –. Negli ultimi anni, l’area della denominazione Dogliani Docg è diventata di forte interesse per gli investimenti viticoli delle aziende produttrici delle zone limitrofe , anche quelle della Langa più conosciuta del Barolo e del Barbaresco. Diversi importanti produttori hanno acquistato cascine e terreni in vista di una possibilità di sviluppo della propria attività, nei Comuni della denominazione e in Clavesana, area viticola di altissima qualità storicamente documentata».

«Vogliamo proporre come immagine del territorio quella di un capannone che raccoglie rifiuti?»
«I territori della zona Unesco sono giunti ad un punto di saturazione per cui è prevedibile che anche le attività di ricezione turistica saranno implementate in direzione dei 21 Comuni della denominazione Dogliani Docg – si legge –. A fronte di tutto questo, è quella di una enorme capannone di 2000 metri quadri, alto 11 metri, che raccoglie rifiuti, pericolosi o meno, l’immagine che vogliamo proporre di questo territorio? E’ questa la biodiversità che vogliamo offrire ai clienti dei nostri prodotti e agli estimatori del nostro paesaggio agrario chiudendoci così una possibilità di sviluppo che sarebbe redditizia per tutta la popolazione e non solo per pochi? Il nostro lavoro a contatto con la natura e la terra ci impone il ruolo di guardiani dell’ecosistema agrario. Nel territorio di Clavesana, abbiamo visto ciclicamente anche importanti esondazioni del fiume Tanaro. Sono stati valutati i rischi e l’impatto che un incidente che causasse dispersioni potrebbe avere su tutti i Comuni a valle lambiti dal fiume, anche quelli che si ritengono lontani e non immediatamente coinvolti? I disastri ecologici del passato, incendi e sversamenti in aree fluviali avvenuti in zone vicine, e sempre possibili, data la fallibilità del genere umano, non ci hanno insegnato nulla? Che impatto potrebbero avere sulla salubrità e sull’immagine dei prodotti alimentari e dei vini riconosciuti come eccellenze del territorio della provincia di Cuneo e della Regione Piemonte, istituzioni che devono proteggere lo sviluppo e l’identità agricola di questi territori?. Siamo una denominazione vitivinicola che insiste su 21 Comuni e tutti i sindaci e le Giunte, non solo i comuni confinanti, devono riflettere sul fatto che ciò che potrebbe accadere a Clavesana è qualcosa che riguarda tutta la nostra denominazione Dogliani Docg, la sua immagine, il suo vino, la sua agricoltura e il paesaggio, in poche parole il suo futuro».

Il presidente e il direttivo della "Bottega del vino Dogliani Docg": Nicoletta Bocca, Nicola Chionetti, Anna Maria Abbona, Federica Abbona, Roberto Altare, Pier Franco Blengini, Paolo Boschis, Gianluca Gallo, Lisa Pecchenino, Irene Sciolla e Roberto Valletti.

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