«Il posto giusto dove investire, caro rettore, è qui». Lo ha detto Giuliana Cirio, direttore Confindustria Cuneo, al neo rettore del Politecnico di Torino ieri sera, martedì 27 febbraio a Mondovì. La Cirio fa un ritratto della Granda che, a dirla tutta, pare quasi eccessivamente ottimistico. Ma il punto è proprio questo: «Siamo una terra che è più di quanto appare - ha detto -: qui c'è un gap pazzesco tra ciò che siamo e ciò che mostriamo, sia in termini numerici di produzione che di occupazione. La "disoccupazione" qui non esiste, o è a numeri ridicoli, chi non lavora è perché non vuole lavorare. Il problema, semmai, è che non riusciamo a coprire le necessità che l'industria ha. Abbiamo un tasso imprenditoriale tre volte la media nazionale. C'è una "pace sindacale" tra aziende e lavoratori invidiata in tutta Italia e uno zoccolo duro di imprese famigliari che garantisce un livello di welfare mai visto altrove». Un ritratto "paradisiaco" del cosiddetto «Modello Cuneo», per cui la Cirio insiste: «Mondovì è il posto giusto, la provincia di Cuneo è il posto giusto in cui installare un centro di eccellenza per la didattica. Ma è anche il luogo ideale nel quale investire socialmente nella creazione di un tessuto sociale migliore. Un Ateneo non è solo un posto dove si insegna ai ragazzi ma dove si formano i cittadini. La fecondazione che un'Università ha su un territorio non possiamo permetterci di perderla. Quello che lei ci ha illustrato è un progetto lucido e di comunità, in cui sono le esigenze del territorio a fare da molla per la progettazione didattica. Il territorio si è attivato da anni per finanziare il Politecnico: è bello sapere che non è stato vano».
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