ESCLUSIVO – L’ultima erede di Cesare Trombetta riscrive la storia del Santuario di Vicoforte

ESCLUSIVO
Estratto da "Santuario di Vico, una storia da riscrivere" - puntata 1
Inserti storici a cura de L'Unione Monregalese

Stefania Trombetta, l’ultima discendente nella famiglia del principale promotore della devozione alla Madonna di Vico si lancia in un’avvincente ricerca. E arriva a riscrivere la storia delle origini.

Per almeno tre secoli un ritratto di Cesare Trombetta ha vegliato il sonno dei discendenti della sua famiglia nella stanza da letto in cui ebbe i natali nel 1571, a Vicoforte Fiammenga, e tuttora si trova collocato nella medesima abitazione, sulla parete della sala da pranzo. In questa casa, affacciata sull’omonima via e identificata con una lapide celebrativa, un ramo della famiglia Trombetta ancora oggi mantiene la sua dimora.

Il dipinto, un olio su tela, ritrae Cesare, il sacerdote tradizionalmente noto per essere stato il devoto propagatore della venerazione al pilone della Madonna di Vico, comunemente designato con l’appellativo di “venerabile”. L’opera è un cimelio dotato di un forte valore affettivo e identitario, ed è stata custodita gelosamente, generazione dopo generazione.
Il volto rappresentato è l’emblema di un’eredità culturale importante, non solo per la famiglia ma per tutta la comunità vicese, poichè è indissolubilmente legato alle origini dell’imponente Santuario Basilica, un edificio straordinario per la sua cupola, da sempre considerato il fulcro del paese e una delle formidabili attrazioni turistiche del Piemonte. Inoltre esso è un polo spirituale pulsante, centrale per la diocesi monregalese, un sito di arte e cultura, uno dei monumenti mariani più importanti d’Italia. Il luogo è fortemente legato all’identità di ogni cittadino di Vico ed è certamente il tesoro più appariscente e prezioso di quest’antica, orgogliosa, comunità. Anche per questo il nome di Cesare Trombetta inizia a correre già tra i banchi della scuola primaria, quando la storia del Santuario si insegna ai piccoli vicesi e poi si approfondisce nel percorso didattico della secondaria.

Stefania è una delle ultime discendenti della famiglia Trombetta: il fascino per quell’antenato così lontano, alla cui ombra lunga ha trascorso tutta la vita, non l’ha mai abbandonata. Per anni ha indagato con discrezione, alzando il sopracciglio ogni volta che leggeva qualcosa sul Santuario di Vicoforte, prestando maggiore attenzione quando il nome di Cesare Trombetta capitava sotto i suoi occhi. «Ho sempre abitato nella casa dove è nato il venerabile Trombetta. I miei nonni, i miei genitori e gli zii erano orgogliosi di conservare il ricordo di quel personaggio, ma le informazioni tramandate su di lui erano esigue e vaghe. Fin dall’asilo, negli anni ’70, ero stata accompagnata dalle maestre a visitare il Museo Storico del Santuario “Ghislieri”, una tappa obbligatoria per la formazione dei ragazzini vicesi, e vi ero più volte ritornata con insegnanti e compagni delle scuole elementari e medie. La visita al Museo ogni volta mi emozionava e io ero sempre più affascinata dalla storia delle origini del Santuario, dal ruolo di quell’avo lontano e dall’eredità così importante che emergeva dal passato». Crescendo la curiosità non sfugge, anzi si acuisce e spinge Stefania a lavorare alle prime ricerche.

Già vent’anni fa esaminando alcune carte rinvenute nella propria abitazione e compiendo ripetuti sopralluoghi presso l’archivio della parrocchia dei Santi Pietro e Paolo in Vicoforte Fiammenga, luogo dove gli antenati della famiglia Trombetta sono stati battezzati, quindi presso l’archivio della curia vescovile, Stefania arriva a ricostruire l’albero genealogico della famiglia.

Ripercorre a ritroso i secoli: individua facilmente bisnonni, trisnonni, e non indietreggia di fronte alle difficoltà di consultazione delle fitte carte manoscritte del Settecento, del Seicento, fino all’ultimo quarto del 1500. Finalmente, alla decima generazione, sul registro più antico dei battesimi, rintraccia Cesare Trombetta nell’atto di nascita del 10 giugno 1571. Un modo per tendere una mano attraverso il tempo e avvicinarsi alla figura del venerabile sacerdote, che però continua a rimanere indefinita sullo sfondo dei fatti storici.

Da quel momento in poi il ritratto conservato in famiglia ha continuato a scrutarla con uno sguardo sempre più penetrante, quasi una sfida a mettersi sulle sue tracce. Stefania, che di professione fa la restauratrice, vorrebbe anche solo prendersi cura della tela, riparare ai danni del tempo, ma l’ostinazione paterna glielo impedisce e il quadro non si tocca. «Era danneggiato, aveva una grossa lacuna sulla una mano destra ed era molto sporco. Un bel ritratto secentesco, che rappresenta il sacerdote con la tonaca nera in posizione di tre quarti, dipinto su una tela ovale contornata da un’importante cornice intagliata». Solo dopo la morte del padre, peraltro l’ultimo dei Trombetta a portare il nome di Cesare nel ricordo dell’avo, Stefania decide di eseguire il restauro e trasporta l’opera in studio. È il 2016: non può immaginare che il lavoro segna l’inizio di un avventura che l’avrebbe portata a intrecciare un fitto dialogo con il suo straordinario antenato e a riscrivere la storia delle origini del Santuario di Vico.

Il quadro misterioso
Separato il dipinto dalla cornice, Stefania e i colleghi lo esaminano nei dettagli, lo fotografano per documentare lo stato di conservazione e le sue caratteristiche. Immediatamente constatano che la tela è tesa sopra una tavoletta di legno ovale che occupa completamente il retro, e ciò rappresenta un caso piuttosto raro poichè nelle opere coeve, generalmente, il supporto è costituito da un semplice telaio. Ma il particolare non distrae Stefania che procede all’intervento vero e proprio: con pazienza inizia a estrarre i chiodini arruginiti che fissano la tela al perimetro della tavoletta lignea e all’ultimo accerta che sia completamente staccata, quindi ne solleva un lembo, con cautela.
Una sorpresa balza immediatamente ai suoi occhi e provoca in lei una reazione euforica: sulla superficie interna della tavoletta c’è (...)

LA PUNTATA 1 SU L'UNIONE MONREGALESE DELL'8 SETTEMBRE 2021

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