A rischio chiusura l’Asilo “Santa Barbara” a Cengio

Un grave deficit economico costringe la parrocchia a cessare il servizio. Ultima speranza la possibilità di una gestione a terzi (Cooperativa od Onlus?)

L’Asilo parrocchiale Santa Barbara a rischio chiusura. I genitori di oggi e di ieri, gli amministratori comunali, i politici locali, il parroco, insomma un’intera comunità ha preso parte all’incontro organizzato dal corpo docente per fare il punto della situazione. La struttura, aperta una novantina di anni va, ha visto passare tra i propri corridoi intere generazioni, nel tempo è stata ampliata, migliorata, adeguata a norme e legge vigenti, non più tardi della scorsa primavera è stata oggetto di diversi interventi, grazie la contributo della Fondazione De Mari, tra cui la realizzazione dei nuovi giardini. Nel 2009 il servizio è stato ampliato con l’apertura dell’Asilo nido “Betlem”, che lo scorso gennaio, per la seconda volta in tre anni, ha ottenuto l’accreditamento da parte della Regione Liguria per la qualità del servizio offerto. Ad oggi il plesso è frequentato complessivamente da 47 bambini (35 alla Materna e 12 al Nido) e impiega 7 persone (due maestre del Nido, tre dell’Infanzia, un’ausiliaria e una cuoca). Insomma un vero e proprio fiore all’occhiello oltre che un punto di riferimento.
La scorsa settimana la doccia fredda: il parroco ha comunicato al personale che il prossimo giugno si sarebbero probabilmente chiusi i battenti. Don Guido Zagheni, rappresentante legale della Scuola: «La parrocchia da sempre ha investito su questa struttura creando nel tempo un servizio di eccellenza. Ma questo non basta. Sono tre i gravi problemi che ci affliggono. Il primo di natura prettamente economica: i bambini progressivamente sono diminuiti, a causa del tasso di natività in calo, e con essi il numero delle rette. Inoltre i finanziamenti statali sono praticamente ridotti all’osso. Questi due fattori hanno fatto sì che non abbiamo più la dotazione economica per andare avanti. Nel 2017 è stato registrato un disavanzo di 23 mila euro, mentre al 31 dicembre 2017 il debito ammonta a 42 mila euro. Il secondo problema è di natura gestionale: una struttura di questo tipo ha bisogno di essere seguita con rigore per adempiere a tutte le incombenze burocratiche e fiscali, per essere a norma con le disposizioni vigenti, richiede dunque un impegno professionale esperto e preparato. Fino ad oggi e da dieci anni a questa parte questo gravoso compito l’ha espletato in modo completamente volontario e gratuito il signor Adriano Bormida, che però non si sente più di continuare a portarlo avanti. Infine vi è un problema più di carattere etico e morale: che senso ha o può ancora avere una Scuola cattolica?». «La situazione dunque si presenta estremamente complessa – continua don Guido –: la parrocchia non può in alcun modo continuare ad accumulare debiti, per cui non ci resta che chiudere. La nostra proposta è quella di accollarci il disavanzo pregresso e di dare in comodato d’uso gratuito i locali, gli arredi e le attrezzature alle attuali maestre, che potrebbero costituire una Cooperativa oppure una Onlus e proseguire l’attività».
«Questo per noi non è solo un lavoro, ma è anche amore per i più piccoli, senso di responsabilità nei confronti delle famiglie, ci troviamo veramente in grave difficoltà – commentano le insegnanti –. Siamo venute ufficialmente a conoscenza di questa situazione il 15 febbraio scorso: è impensabile in dieci giorni riuscire a prendere una decisione così complessa. Dobbiamo vedere i conti, i bilanci, la situazione finanziaria, carte in mano dobbiamo consultare degli esperti per valutare il rischio d’impresa. Dobbiamo capire quanti possono essere gli iscritti (le preiscrizioni per il 2018-2019 parlano di 25 bambini, ndr) senza contare che il prossimo anno a poche centinaia di metri verrà trasferito l’Asilo statale. Infine ci chiediamo come potremmo noi essere in grado di “risanare un’impresa”, che, da quanto ci è stato riferito, è palesemente in perdita. Non crediamo sia giusto scaricare sulle nostre spalle una responsabilità così grande». «Perdere questo Asilo sarebbe un grave danno per la nostra comunità – ha ribadito il sindaco Sergio Marenco –: purtroppo si tratta di una struttura privata e il Comune ha poco potere in tal caso. L’unica cosa che ci impegniamo a fare è quella di stipulare per il prossimo anno scolastico una convenzione con l’Asilo nido (l’unico grado che manca nel plesso pubblico, n.d.r.) opzionando e pagando una retta per un bambino appartenente a una famiglia in difficoltà economica». Posizioni divergenti e di stallo che al momento non consentono una soluzione: gli interessati (parrocchia, maestre, comune, rappresentati degli enti regionali) si sono impegnati a convocare un tavolo di lavoro per verificare i bilanci e le proiezioni future anche riguardanti gli iscritti. Tra un mese, forse, arriveranno maggior certezze.

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