Monregalesi fra i feriti di Torino: «Folla impazzita, se cadevi venivi calpestato»

Una testimonianza che fa riflettere: «Se la paura del terrorismo ci sta facendo questo...».

Un boato. Qualcuno urla: «Ci siamo, arrivano!». In pochi secondi, è il caos. Non era un attentato: ma per pochi minuti uno tsunami umano si è mosso in piazza San Carlo, in centro a Torino. Tutti hanno temuto il peggio. Ed è un miracolo che non sia successo davvero ben di peggio. Un gruppo di monregalesi era sul posto: sono stati travolti, gettati a terra,si sono tagliati coi vetri delle bottiglie rotte a terra. Non sono feriti gravemente, ma sono spaventatissimi.

FOTO: ANSA

«Sembravano uno stormo di piccioni spaventati... non so se rendo l'idea. Si sono mossi tutti assieme, migliaia di persone tutte assieme. In due secondi ci erano addosso. Ho un pensiero in testa che non riesco a togliermi: se non è morto nessuno, è una pura casualità». Lo racconta Giorgio, di Mondovì. Lui e i suoi amici hanno riportato lievi ferite nell'incredibile episodio che è avvenuto ieri sera.Giorgio era in piazza San Carlo, sabato sera 3 giugno, assieme a migliaia di persone. Tutti davanti al maxi schermo, per vedere la finale di Champions e la Juve. Con lui, un altro gruppo di amici di Mondovì. In pochi secondi sono finiti travolti, quasi calpestati, dalla folla impazzita che fuggiva... dal nulla. Un falso allarme bomba, un falso allarme attentato. Ma che ha causato 1500 feriti: «Probabilmente i feriti reali sono molti, molti di più - racconta -: noi siamo rimasti tutti tagliati dalle schegge di vetri delle bottiglie rotte, ma ci siamo medicati in casa senza andare al pronto soccorso a Torino perché c'erano già centinaia di casi. E chissà quanti altri hanno fatto come noi».

I fatti
«Io ho solo sentito un rumore... un lungo rumore, pesante, non saprei descriverlo. Come uno spostamento d'aria. E poi grida: gente che gridava "ecco, ci siamo, arrivano!"».Una ringhiera della scala che conduce al parcheggio sotterraneo ha ceduto, ma ancora non si sa se è stato quello che a scatenare il terrore (il rumore del cedimento) o se quella è una conseguenza del moto della folla causato da qualcos'altro - forse l'esplosione di un petardo.I racconti dei monregalesi sono tutti simili, e tutti identici a quelli di chi era lì: «Non avevo mai provato una cosa del genere. Ho avuto una paura enorme, senza sapere per cosa. La folla si è mossa tutta assieme, noi ci trovavamo a metà della piazza e siamo stati travolti. La piazza era piena di vetri rotti, era impossibile non tagliarsi: alla fine tutti avevano sangue sui vestiti».

Non è successo "nulla"
«Abbiamo provato a mantenere la calma - dicono -, non si sentivano rumori di sorta, non c'era fumo, non si sentivano spari... ma era impossibile stare fermi. Un'onda umana: ci si inciampava addosso l'uno all'altro, se cadevi venivi calpestato. Ricordo di aver aiutato qualcuno ad alzarsi, non so chi fosse». E tutto questo, per "nulla": un falso allarme che è costato migliaia di feriti.

«Questo è l'effetto del terrorismo?»
Impossibile non pensarlo: «Oggi non riesco a togliermi questa idea dalla testa: la folla ha fatto tutto da sola. Non solo non c'era l'attentato: non serviva nemmeno. La psicosi ha trasformato la piazza. E' questo l'effetto del terrorismo? Quando siamo usciti dai portici eravamo certi che ci fossero stati dei morti, è stato spaventoso. Non so se anni fa sarebbe successo così. Oggi sì, tutti hanno pensato la stessa cosa: un attentato. La piazza è diventata una trappola per topi».

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