Giovedì 24 Settembre mi reco al Teatro Colosseo per assistere allo spettacolo di Dario Brunori intitolato "Bunori SRL, una società a responsabilità limitata". Ho accettato all'ultimo momento l'invito di un amico che si ritrovava con un biglietto in più, perciò arrivo alla location sapendo solamente che lo spettacolo alternerà cabaret, teatro e canzone (l'autore stesso lo ha definito uno spettacolo «come Gaber, ma peggio.», ndr).
In una performance della durata complessiva di quasi tre ore, il cantautore calabrese si destreggia abilmente tra il repertorio dei suoi tre album firmati come Brunori SAS (Vol.1 del 2009, Poveri Cristi del 2011, e l'ultimo Il Cammino Di Santiago In Taxi del 2014) e parti di recitazione che fanno da introduzione alle canzoni, monologhi in cui regala episodi della sua vita, dagli esilaranti ricordi dell'infanzia e dell'adolescenza vissute nel paesino di Joggi ai primi passi nel mondo della musica. Non mancano momenti commoventi come l'omaggio al padre, riflessioni agrodolci sull'attualità e sulla difficoltà nel gestire la fama nella vita di tutti i giorni, e momenti autoironici («Alcuni fan alla fine dello spettacolo mi dicono che si ritrovano nelle mie parole, com'è possibile se i miei versi più celebri sono “nai na na na na na”!»).
Un connubio vincente per uno show che si regge sulla personalità prorompente di Dario Brunori, in bilico tra la figura di cantautore impegnato e quella di showman navigato, che riesce a coinvolgere il pubblico e ad entrarci in empatia, a tal punto che nelle due canzoni del bis, Mambo Reazionario e Guardia '82, tutti si alzano in piedi e ballano, dimenticando per qualche minuto di essere in un austero teatro e tornando a casa con una sensazione di leggerezza che non fa mai male.