Risarcimento danno ambientale ex-Acna. Si va allo scontro?

Predisposto un tavolo tecnico di concertazione per l’alta Valle – Il dopo Acna divide ancora

Finita l’estate, si fa per dire, visto che almeno da noi non è neanche cominciata, si riprende a lavorare attorno al problema ormai annoso del danno ambientale. A tal proposito, appunto perché è un po’ che non se ne parla, doverose sono alcune note in premessa. La frase “risarcimento danno ambientale ex-Acna” è stata coniata per definire la questione inerente il rimborso che l’ex azienda chimica di Cengio dovrebbe riconoscere alla Valle Bormida a seguito appunto del danno ambientale causato a territorio e popolazione negli oltre 100 anni di storia. Riconosciuto ormai il principio, si tratta ora di quantificare il danno in termini economici.  Un  problema non insormontabile non fosse che, prima ancora di arrivare alla transazione sull’entità dell’indennizzo e su come impiegarlo, sia già partita la consueta corsa all’accaparramento della torta da parte della bassa Bormida  astigiana e alessandrina. Eventualità affatto scontata, visto il rinnovato spirito rivendicativo  dei Comuni dell’Alta Valle cuneese. I cui sindaci, rappresentate le proprie ragioni al neo assessore regionale Alberto Valmaggia,  hanno costituito un tavolo tecnico in cui sono inseriti i primi cittadini Pregliasco, Torcello, Beccuti e Sugliano, con i tecnici Galliano e Pianezzola esperti in pianificazione territoriale e con il coordinamento di Pier Giorgio Giacchino.  Scopo di questo gruppo di lavoro è la riscrittura  di un progetto complessivo che tenga conto delle reali esigenze del territorio dell’Alta Valle, in funzione appunto della quantificazione del danno economico e non la mera lista della spesa elencata nel cosiddetto “Contratto di fiume” edito dall’Assessorato all’Ambiente del Piemonte. Dalle prime riunioni è emersa forte la volontà, espressa anche con documenti indirizzati alla Regione, di far valere le proprie ragioni che considerano come area prioritaria da indennizzare proprio quella che comprende Cengio, e termina con Cortemilia-Perletto: nulla di più della zona delimitata con decreto del Ministero dell’Ambiente 20 ottobre 1999, sistematicamente ignorata dalla Regione Piemonte. In estrema sintesi, in base a quanto trapela, si vuole ribadire il concetto che il danno ambientale è inversamente proporzionale alla distanza dalla fonte inquinante, per cui maggiormente danneggiati risultano i paesi immediatamente a valle dell’ex-Acna. Affermano dal tavolo tecnico, inoltre, che oltre al danno ambientale vero e proprio, questi Comuni compreso Cengio (con cui è ora possibile avviare una stretta collaborazione) hanno subìto la totale perdita di occupazione in quanto l’Acna era anche lavoro e reddito per molte centinaia di famiglie. E non è ammissibile che si ripeta ancora quanto recentemente accaduto con i fondi erogati dal Ministero dell’Ambiente e gestiti dal Piemonte (23,5 milioni di euro), finiti in larga parte in Comuni talmente lontani che l’ACNA non è nemmeno più un ricordo, ma è sempre una pretesa. Una impostazione che sarebbe assai conveniente a chi deve mettere mano al portafoglio, leggi Syndial-ENI, che vedrebbe ridotta l’area in questione ai primi trenta kilometri anziché ai complessivi centotrenta. Sembra alta la probabilità di una battaglia legale dai toni forti, in cui ipotesi piuttosto pesanti... già sono entrate nel linguaggio corrente. Insomma, par di capire che  faccenda ACNA è tornata a farsi seria, ed  è certo che l’alta Valle Bormida piemontese, con gli amministratori dei 16 Comuni ivi compresi, è unita, decisa ed agguerrita nel far valere le proprie ragioni.   

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