#Ioapro, poche le adesioni di ristoratori e bar nel Monregalese. Stamattina il vertice in Prefettura

«La nostra è una protesta simbolica e pacifica», i rappresentanti della Associazioni invitano a non aderire. Numeri molto esigui sul territorio

(p.r. – e.l.)Un gesto forte, per manifestare dissenso nei confronti del governo e delle contromisure che sta prendendo, specie nel settore della ristorazione, per fronteggiare questa emergenza sanitaria. Nel mirino anche la scelta di limitare, dopo le 18, il servizio da asporto. Da qui è nata la forma di «disobbedienza civile» #ioapro. ll moto di protesta è partito dalla Germania, e si è allargato anche in Italia. Tanti titolari l'hanno fatto proprio e lo hanno rilanciato, con l'intento di seguire l'onda e, per questo weekend, dare una testimonianza compatta della propria presenza (allestendo anche un sito internet ad hoc). Nella zona del Monregalese le adesioni restano limitate. Tra i pochi casi che, via social, hanno annunciato la propria partecipazione c'è la Cioccolocanda di Vicoforte e la pizzeria Gandolfi di Monastero Vasco. Qualche adesione in più nell'area dell'Albese. Ma si tratta sempre di numeri scarni.

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L'incontro in Prefettura

Questa mattina si è svolto un «Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica» in Prefettura a Cuneo, alla presenza del Questore, del Comandante provinciale dei Carabinieri, del Comandante provinciale della Guardia di Finanza con i rappresentanti delle Associazioni di Categoria (Confcommercio, Associazione commercianti albesi, Federalberghi e Confesercenti). Cosa è emerso? «Pur nella consapevolezza delle difficoltà delle categorie, è stata condivisa la necessità che tali manifestazioni di dissenso siano mantenute nell'alveo della legalità». I rappresentanti delle Associazioni, su richiesta del Prefetto Fabrizia Triolo, proseguono nell'opera di sensibilizzazione per dissuadere da iniziative che vanno contro la legge. Il Prefetto ha poi manifestato la disponibilità ad incontrare una delegazione di operatori del settore per raccogliere preoccupazioni e disagi. 

«Protesta simbolica»

«La nostra è una protesta simbolica, ma è necessario dare un segnale forte al governo - spiega Silvio Bessone, titolare della Cioccolocanda e coordinatore del movimento Autonomi e Partite Iva per il settore Horeca - Terrò aperto dopo le 18, e sarò aperto per dare un segnale importante. Non ho intenzione di danneggiare nè di mettere in pericolo nessuno, non sono un incosciente. Il problema del coronavirus è enorme. Il problema è che in questo momento la nostra categoria sta pagando un conto estremamente salato, siamo stufi di essere sempre noi a pagare, tanto più che in giro si vede anche qualche furbetto, che se ne frega dei divieti in vigore. La nostra è una protesta pacifica, non violenta. Vogliamo anche far capire che in questo momento non sono solo i ristoratori e gli albergatori ad essere danneggiati, ma anche tutta la filiera dei fornitori, fino ai produttori agricoli. Un sistema sociale che si sta sgretolando, e gli effetti li vedremo»

Controlli

In "Granda" non ci sarà un'attività "speciale" nei controlli da parte delle Forze dell'ordine, che, in alcuni casi, si sono già confrontati per un'opera di sensibilizzazione con quegli esercenti che si sono esposti pubblicamente sui social. Il fenomeno è limitato, ma non sottovalutato. Ci saranno i normali accertamenti per la corretta disposizione delle norme anti-Covid e (ricordando che nel week end scattano le norme da zona arancione) laddove i locali tengano aperto il consumo al tavolo oltre il consentito scatterà la sanzione. Sia per il titolare che per il cliente. 

 


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