Cinema: cambia la legge regionale. Ora, teoricamente, a Mondovì potrebbe arrivare il multisala

Arriva il ddl che sblocca le multisale. Nuova delibera approvata oggi dalla Giunta Regionale.

È stato approvato oggi dalla Giunta un nuovo disegno di legge sulla diffusione dei cinema in Piemonte: la norma recepisce e livello regionale quanto contenuto nella legge n.220/2016 (cosiddetta “legge Franceschini”). Con la nuova norma, che dovrà essere discussa in Consiglio regionale, si intende superare alcune rigidità ad oggi esistenti, derivanti in particolare dai parametri fissati sulla capacità dell’offerta e sulla distanza tra le sale cinematografiche, che ad oggi limitano a sole quattro provincie la possibilità di aumentare le sale e i posti (nello specifico Asti, Novara, Torino e Verbania), peraltro con numeri ridotti. Così anche in Provincia di Cuneo si dovrebbe superare.

«Il ddl approvato oggi è il risultato di un grande e importante lavoro di concertazione, che mette l’esercizio cinematografico al centro della pianificazione territoriale – dichiara Antonella Parigi, assessore alla cultura e al turismo della Regione Piemonte - Con questo testo vogliamo dare nuovo slancio a un settore di grande rilievo per il territorio e nell’ambito dei consumi culturali, per permettere una presenza più capillare di sale e dare agli operatori gli strumenti per realizzare interventi, grazie a una semplificazione delle procedure anche per gli enti locali e la Regione, e per accedere ai fondi messi a disposizione dal Ministero».

La norma - lo ripetiamo - non è ancora effettiva: dovrà passare in Consiglio Regionale. Ma a Mondovì suscita interesse, perché questa era la famosa legge che, fin dal 2005, impedì l'apertura del cine-multisala a Mondovicino, a causa della presenza del "Bertola". Una questione di cui si discusse per anni e anni.

Questo significa che ora a Mondovì potrebbe aprire un grande multisala?
Teoricamente, sì (ammesso che il ddl passi). Ma non è così scontato: il problema è economico. Già nel 2013, quando il "Bertola" era fermo (chiuse alla fine del 2012), il nostro settimane intervistò i responsabili dell'outlet che dissero: «Questo è solo uno dei tanti presupposti che potrebbero convincere a riprendere in mano il progetto. Se, e nel momento in cui, si concretizzeranno altri presupposti di tipo economico, allora se ne potrà parlare».
Come a dire: non è solo una questione di leggi e permessi, ma c'è di mezzo un grosso investimento economico. Che, di questi tempi, non è poco. Un anno fa persino il multisala di Borgo San Dalmazzo "Cinelandia" annunciò la chiusura (poi evitata).

Nuovi fondi
La Legge Franceschini prevede anche un Piano straordinario per il potenziamento del circuito delle sale cinematografiche, per il quale è stato istituito un fondo di 30 milioni di euro all’anno fino al 2019, di 20 milioni per il 2020 e di 10 milioni per il 2021. Il testo approvato dalla giunta, d’altra parte, specifica gli interventi previste, tra i quali la realizzazione di nuovi impianti, interventi di manutenzione, restauro e risanamento e l’ampliamento di cinema esistenti. Per le sale cinematografiche di nuova costruzione, nello specifico, le aree nelle quali sono consentiti tali interventi sono individuate nelle zone a destinazione commerciale, turistico-ricettiva, direzionale e produttiva. Una preferenza verrà data agli interventi di riuso di edifici esistenti, coerentemente con la finalità del ddl di limitare gli impatti ambientali e il consumo di suolo.

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