“Mondovì, città turistica”. Quante volte abbiamo sentito questa frase? Centinaia, migliaia. Soprattutto ora, sotto elezioni, quando il tema della vocazione della città è diventato perfino argomento di discussione al bar. Ma Mondovì è davvero città turistica? Può esserlo? «Dipende. Comunque, non si può pensare a una città in grado di attrarre turismo di massa». Lo dice Nadia Farchetto: una che da 18 anni è la persona che si occupa di questo settore in città, come Associazione Monregaltour e poi in parallelo come cooperativa Itur.
Monregaltour (prima da sola, poi assieme a Itur) è il gestore dei servizi turistici a Mondovì dall’anno 2000. Un arco di tempo sufficiente a fare un bilancio piuttosto dettagliato. Soprattutto oggi, quando il Comune sta per voltare pagina e affidare i servizi all’ATL di Cuneo. Anche perché nel frattempo Monregalotur è divenuto un nome di primo piano nel settore, con attività che vanno ben oltre il Piemonte. In una lunga chiacchierata con Nadia Farchetto, abbiamo sviscerato un tema che troppo spesso è relegato alle chiacchiere sui risultati delle manifestazioni o alle polemiche sugli orari della funicolare.
Come si è evoluto il turismo a Mondovì?
«In generale, è un settore che è stato in continua crescita. I passaggi turistici negli ultimi 5 anni sono saliti da 13 mila a 24 mila. Ma per parlare dell’evoluzione bisogna tenere conto di tre cose diverse. La prima è l’offerta dei siti, musei e monumenti, e questo è un settore su cui si è fatto molto lavorando sulle aperture. Poi c’è l’aspetto della riqualificazione della città, e anche qui il Comune ha lavorato bene. Infine c’è un terzo aspetto, ovvero il coinvolgimento degli operatori del territorio: e questo è il settore su cui è più difficile intervenire».
In che senso?
«Nel senso che il lavoro di un gestore dei servizi turistici non è, come spesso si pensa, solo quello di tenere aperto un ufficio e di fornire depliant o mappe. C’è un enorme lavoro di “back office” che comprende molte altre cose, per esempio la ricerca di modi per promuovere il territorio. E una parte importante di questo lavoro consiste nel coinvolgere albergatori e ristoratori, insomma chi lavora nel settore. Purtroppo su questo fronte abbiamo notato che la mentalità dell’operatore monregalese è poco recettiva».
Ma qual è il turismo a cui può puntare Mondovì?
«Realisticamente? Non a un turismo di massa. Mondovì non può essere una città con un’economia basata sul turismo, non può funzionare neppure in senso allargato, guardando al territorio. Mondovì non vivrà mai di turismo. Ma può puntare a un turismo più di passaggio».
INTERVISTA COMPLETA su L'Unione Monregalese del 10 maggio 2017