Vedere il sorgere del sole dalla vetta più alta del Continente africano non è uno spettacolo che si possa descrivere a parole. I sette piemontesi impegnati nell’ambiziosa spedizione sono rimasti lì, seduti su uno dei punti più alti del pianeta, ad ammirare commossi un albeggiare che spalancava loro il mondo sottostante. Terre e ghiacciai riemersi dalla notte componevano, proprio in concomitanza con il loro arrivo in punta, un panorama impressionante. «Un’emozione unica, toccante, una cosa che ti resta dentro», commentano, dopo il rientro, i partecipanti. Alle ore 7,10 di martedì 14 marzo, il Kilimangiaro era conquistato.
Dal Monregalese al Kilimangiaro
Il gruppo piemontese che nei giorni scorsi ha raggiunto la sommità del celebre vulcano africano era composta da sette membri, di cui quattro ultrasessantenni. Tra loro, il sanmichelese Enzo Turco e la peveragnese Katia Canale, che hanno portato a termine l’impresa in compagnia dei cuneesi Andrea Crosetti, Angelo Viale, Gloria Cagnasso, Zen Shen Serra e Arianna Genta. Fanno tutti parte della “Compagnia del Buon Cammino”, una comunità di grandi appassionati della montagna, che almeno un paio di volte alla settimana risalgono le cime del Cuneese. Un gruppo sempre aperto, a cui chiunque può associarsi. La regola? Condividere lo spirito dei “padri fondatori”: l’impegno per un turismo consapevole, mai invasivo ed un rispetto quasi devozionale nei confronti della montagna. È semplicemente attraverso i trekking locali proposti dall’Associazione, che i sette alpinisti si sono preparati per affrontare la salita.
Il trekking: 4 tappe, 5.000 mt di dislivello
Il gruppo è arrivato in Tanzania nella giornata di giovedì 9 marzo, quando ha raggiunto la città di Moshi, dove ha trascorso la prima notte. Di lì, il trasferimento in pullman fino alla base del trekking. Ad accompagnarli c’erano tre guide locali e una decina di portatori, che si sono occupati del trasporto dell’equipaggiamento (dalle tende al pentolame). «Abbiamo percorso la Umbwe Route – spiega il sanmichelese Enzo Turco – la variante di salita più ripida, di circa 22 chilometri. Soltanto per l’ascensione, abbiamo impiegato una ventina di ore, suddivise in quattro giorni di cammino». Il primo giorno hanno raggiunto il Umbwe Camp, a 2.850 metri. Di lì, si sono spostati di circa un migliaio di metri al giorno fino a raggiungere il Barafu camp, il campo 4, a 4.673 metri, l’ultimo per la vetta. «Appena arrivati ci siamo riposati qualche ora – continua Turco –. Verso le 18, ci siamo svegliati per la cena e siamo tornati a dormire, ma non è stato facile, sapendo che un paio d’ore dopo saremmo partiti per l’ultimo tratto di cammino». Così è stato: a mezzanotte, il gruppo si è rimesso in marcia per raggiungere la cima, dove alle 7,10, è stata piantata la bandiera del “Salone del Libro” di Torino.
Cultura ad alta quota
Portare la cultura ad alta quota. È questo l’obiettivo del presidente della Regione, Sergio Chiamparino, che, a seguito della querelle con Milano sfociata nel plateale divorzio di alcuni mesi fa, ha consegnato alla “Compagnia del Buon Cammino” una serie di bandiere dell’evento torinese da portare sulle cime conquistate. Una “mission” rispettata anche durante la spedizione al Kilimangiaro, su cui oggi sventola la bandiera del Salone torinese. Dopo oltre sei giorni di cammino, di alte quote, di escursioni termiche notevoli (di giorno in maglietta, di notte a dieci gradi sotto lo zero), di accampamenti e di acqua bollita dei torrenti, il rientro nel Cuneese e il ritorno alla quotidianità, già pensando alle prossime sfide, nella certezza “camusiana” che “anche la lotta verso la cima basta a riempire il cuore di un uomo”.