Niente “prova di forza”. «Semmai una dimostrazione di equilibrio», afferma Costa. Un bel passo, per uno che è ministro da meno di un mese: incassa il primo sì al ddl Cirinnà sulle Unioni civili dopo due settimane di tensioni in cui il leader del suo partito, Alfano, sembrava pronto allo strappo. Un tema che definire “caldo” è eufemistico: Renzi sul “Cirinnà” ha posto la fiducia alla votazione al Senato, e tutti ormai si immaginavano un’intesa (soprattutto dopo le posizioni dei 5 Stelle). Ma per convincere NCD è stato necessario stralciare i capitoli sulla fedeltà coniugale e sulla cosiddetta “stepchild adoption” – insomma la possibilità per le coppie omosessuali di adottare il figlio di uno dei due partner.
Ministro, è stata dura?
«L’importante è che si sia trovata la strada giusta. Dopo molta insistenza, il Governo ha accettato di rimuovere i punti di divisione, ha deciso di ascoltare la nostra tesi e fare una legge basata sui diritti civili. Mi pare una scelta equilibrata, che passa per lo stralcio del maxi emendamento e il voto di fiducia. Si è arrivati a un punto di equilibrio».
Ma non è un equilibrio precario? Le ultime dichiarazioni di Alfano lasciano intendere che se cambia qualcosa nella legge sulle adozioni, tutto va all’aria…
«Io dico che l’equilibrio è stabile. Sul tema della stepchild adoption: è chiaro che non la si può stralciare dal ddl sulle unioni civili, per poi farla… “rientrare dalla finestra” col pretesto, che comunque è giusto, di una legge delle adozioni. La legge sulle adozioni va sicuramente rivista per renderla meno farraginosa e più semplice. Ma non dimentichiamo che lo si deve fare sempre nell’interesse superiore del minore, che va salvaguardato prima degli interessi degli adottanti».
INTERVISTA COMPLETA su L'Unione Monregalese del 2 marzo