Dialoghi Eula: tutti gli interventi del convegno politico a Villanova

Dialoghi Eula 2016 in corso a Villanova Mondovì. Ospiti: Gianfranco Fini, Enrico Costa, Francesco Galtieri, Aldo Cazzullo, Maurizio Molinari.

Dialoghi Eula 2016 in corso a Villanova Mondovì. Ospiti: Gianfranco Fini, Enrico Costa, Francesco Galtieri, Aldo Cazzullo, Maurizio Molinari.

IL PROGRAMMA

Il saluto del sindaco Michelangelo Turco: "Grazie a tutti i presenti. Questo è un laboratorio di buona politica"

L'assessore Michele Pianetta: "Vogliamo fare una sintesi, affrontare le sfide del mondo di oggi, dare vita a un confronto arricchente e cercare di dare una risposta chiara ai problemi attuali".

Il ministro agli Affari regionali Enrico Costa: "Credo che sia importante il dibattito di oggi, che ci porta fuori dai confini del Paese, in un piccolo Comune come Villanova. Per i cittadini il Comune è il primo fronte istituzionale in cui vedere lo Stato".

Prima parte del convegno, a tema "Emergenza migranti: dalla crisi economica a una crisi umanitaria"

Gianfranco Fini affronta la questione immigrazione “Non rinnego la legge che porta il mio nome, ma oggi il contesto in Europa è completamente diverso. L'accordo con la Turchia è indispesabile. Io sono sempre stato un europeista: serve più Europa, non meno Europa. Anche per la destra. Chiudere Shengen sarebbe un autogol clamoroso. Se a qualcuno, per propaganda, fa comodo parlare di invasione... beh, faccia pure, ma la verità è che questo è un flusso. Più forte degli altri che abbiamo visto, ma un flusso”.

Gianfranco Fini sui musulmani: “Il problema dell'integrazione dei musulmani è che dovrebbero sentire l'Italia come la loro patria. E questo non succede. Non accade perché il mondo arabo musulmano non riconosce la laicità delle istituzioni. La Turchia, sì: ma la Turchia è musulmana, non araba. Nessun musulmano, epr quanto colto, negherà mai il volere di Allah. Nel mondo arabo musulmano la sfera religiosa e quella civile coincidono: non è una cosa di poco conto”.

Fausto Raciti (deputato PD): “Che cosa è rimasto della sinistra? Si può essere popolari senza essere populisti? La storia dell’Europa unita è poco più che ventennale. La differenza tra popolari e populisti è che populisti inseguono l’agenda della destra, gli istinti e le paure. I popolari cercano la partecipazione nelle decisioni. L'incapacità della sinistra sta nell'affrontare questi grandi problemi. Questo è il tema o troviamo una strada per far vivere l’Europa nella sua dimensione politica e sociale, è inevitabile che la sinistra si ritrovi “contro al futuro” E se la sinistra si mette contro al futuro, è condannata alla sconfitta”.

Francesco Galtieri, United Nations Volunteers: “Sono stato in Grecia:non so che cosa sarebbe di quelle migliaia di esseri umani, fra cui tantissimi sono bambini, senza il lavoro delle Nazioni Unite. Gli stati esistono? Sono latitanti? Gli Accordi di Dublino mi paiono una partita a briscola: "tu quanti te ne prendi? Io ne voglio di meno, no tu te ne devi prendere di più..." Ma in ballo ci sono milioni di persone che scappano da guerra e fame. E’ un livello di negoziato inadeguato. Serve una visione nazionale e sovranazionale per capire che immagine avrà la nostra società da qui ai prossimi dieci anni, per uno sforzo di integrazione che si dovrà fare”.

La seconda parte del convegno verte sul tema “Europa: il sogno del Califfato” inizia con la lettura di un brano di Oriana Fallaci.

Maurizio Molinari, il nuovo direttore de La Stampa, intervistato da Aldo Cazzullo: “La più grande minaccia sta nel fatto che la Jihad ha nella sua essenza il contagio: un contagio che tocca i giovani nel cuore dell'Europa. I ragazzi musulmani vedono la violenza e vogliono fare la stessa cosa. Le prime vittime sono le famiglie di questi ragazzi, che molto spesso non si rendono conto di quello che sta accadendo ai loro figli. La violenza dell'islam usa l'Europa come lo scenario fini propagandistici, per contagiare ancora. L'ambizione del Califfato è di colpire l'Occidente più di quanto seppe fare Al Quaeda: io credo che gli attacchi a cui stiamo assistendo siano solo una sorta di... palestra. Io credo che il loro primo nemico siano gli Stati Uniti e che la loro ambizione sia quasi quella di un'apocalissi atomica che li distrugga. Più ancora che Israele, perché loro considerano che quando gli Stati Uniti saranno feriti, Israele sparirà. Gli stati arabi stanno sparendo, stanno in piedi solo Turchia, Arabia Saudita, Iran ed Egitto: quattro paesi fra loro rivali, tentati dalla possibilità che la situazione gli possa consentire di prevalere. C’è il rischio reale che questi quattro stati siano protagonisti di una guerra. Il più èericoloso? Erdogan”.
Fa anche una battuta su Renzi: “Un candidato “all'americana”. La sua propensione a innovare, a sfidare continuamente il sistema, mi convince. Ma ha alle spalle un sistema debole”.
Cosa vuol dire dirigere La Stampa oggi? “Ci lavoro dal '97, è un giornale che è sempre stato rispettato all'estero. Quando ho ricevuto l'incarico l'ho vissuto come l'opportunità di restituire al giornale tutto quello che il giornale mi ha dato”.

Eva Giovannini, iniviata di Ballarò: “Spesso i movimenti e i partiti nazionalisti hanno un volto femminile; prendiamo il caso Marie Le Pen. Perché? Forse perché rassicura certe porzioni di elettorato che davanti a certe posizioni, se fossero pronunciate da un uomo, potrebbe percepirli in maniera ancora più atroce. Questi movimenti raccolgono la rabbia e scontetennza della classe media. E a locomotiva d’Europa, da questo punto di vista, rischia di fermarsi. Marie Le Pen può farcela? Non so se ce la farà, ma quando il Front National raggiunse il 18% si parlò di boom e invece era solo l'inizio. Ha ampi margini di sfondare anche dove prima non aveva alcune speranze di penetrare. Quando si parla di europa c’è un enorme malinteso. Quello che manca oggi all’Europa è l’Europa. Il problema è che ha troppo poco peso rispetto al peso che hanno gli Stati: se non c’è rigore nei confronti di chi lede i diritti e i valori fondanti, allora l’Europa è debole. Se la Gran Bretagna esce dall’Unione Eurpea, si richia il contagio. Salvini? È molto più intelligente di quanto appaia in pubblico, col suo atteggiamento di uomo rude da bar. E lo sa”.

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