Un malore. Sarebbe questa, secondo il medico legale Lorenzo Varetto, la causa che ha portato alla morte di Amedeo Modica, lo sciatore genovese che il 30 dicembre 2012, sulla pista “Gaviot” di Artesina, dopo aver perso il controllo dei propri sci era andato a sbattere contro le protezioni perdendo la vita. Il medico, consulente per la difesa nel processo in corso a Cuneo, è stato sentito lunedì in Tribunale e su questo punto non pare avere dubbi: «Per me il comportamento dello sciatore prima dell’urto è stato evocativo di un disturbo, una patologia acuta che lo ha colpito». Per il professionista, dunque, la causa dello schianto sarebbe stata un malore, fatto che toglierebbe ogni responsabilità agli imputati, accusati di omicidio colposo. L’imputazione riguarda due legali rappresentanti della «Artesina spa», Adriano Conti e Paolo Palmieri, oltre a Chiara Bergonzo, maestra di sci del “Mondolè Ski”. Modica, infatti, era sul tracciato di Artesina per allenarsi in vista di una gara cui avrebbe partecipato, quando, all’altezza di un “paletto” dello slalom gigante non fece la curva ma tirò dritto.
La dott.ssa Riccarda Giraudi, consulente per la Procura, dopo aver eseguito l’autopsia alla camera mortuaria dell’Ospedale di Mondovì, ha affermato che, comunque, furono numerosi traumi a causare la morte dello sciatore. «Gli esami – ha spiegato – mi portano ad ipotizzare che Modica si sia scontrato con un ostacolo fisso». Anche questo particolare potrebbe essere importante per il processo: alla prossima udienza del 14 maggio, infatti, altri consulenti cercheranno di chiarire la dinamica dell’incidente: il punto focale è capire se lo sciatore finì su un palo ipoteticamente non “a norma”, oppure sulle reti di protezione.