Li hanno condannati entrambi a due anni e un mese, il pensionato monregalese Sauro Donato e Wang Youngjuan detta “Cinzia”. Quest’ultima era imputata per sfruttamento della prostituzione, il primo per favoreggiamento. Lo ha deciso, martedì, il Tribunale di Cuneo dopo un’istruttoria durata un anno. Secondo il pubblico ministero Pier Attilio Stea era la donna a gestire realmente tutto il business mentre “il pensionato si accontentava delle briciole”. L’attività avveniva in due alloggi a Mondovì, uno in via del Rinchiuso e uno in via Bona. In entrambi per un periodo di tempo abitarono giovani cinesi che si prostituivano. Per il sostituto procuratore, l’imputata faceva da centralinista e smistava i clienti negli appartamenti; lui era intestatario delle bollette e teneva i contatti con i proprietari delle case. Le indagini della Squadra mobile della Questura di Cuneo, cominciarono nel 2015. Un residente della zona aveva segnalato movimenti sospetti di uomini in via Bona. I poliziotti contattarono un numero trovato sul sito di annunci “Mosca Rossa”. Rispose proprio Cinzia e diede le indicazioni su indirizzo e prezzi. Ci fu un appostamento e venne intercettata un’auto con tre donne cinesi a bordo, tutte senza documenti. Donato venne anche visto uscire da una delle case proprio mentre un cliente stava entrando. Martedì, in aula, è stato sentito, come ultimo testimone, l’assistente capo della Squadra mobile di Cuneo, Andrea Montagnana. Dal momento che una buona parte delle prove era legata a tabulati e intercettazioni telefoniche ha spiegato come fecero ad associare l’imputata all’utenza intercettata: «Un nostro commissario si finse cliente e chiese dove avvenivano le prestazioni. La donna gli diede indicazioni e un appuntamento immediato. Salendo le scale della casa per accedere all’appartamento, la vide personalmente parlare al telefono corrispondente alla sim intercettata».
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