Nella serata di venerdì 12 giugno si è svolta sulla piazza di Roapiana una riunione pubblica per discutere del ripetitore Wind-Tre i cui lavori sono partiti in settimana tra lo stupore della cittadinanza e l’insaputa della stessa amministrazione. Nonostante le limitazioni causate dall’emergenza sanitaria molte persone, rispettando il dovuto distanziamento, sono intervenute per cercare di chiarire, insieme con il primo cittadino, le dinamiche che porteranno all’installazione di un’antenna dell’altezza di ben 30 metri sulla collina di San Lorenzo. Il sindaco Giuseppe Zarcone ha voluto ribadire sin dalle prime battute la sua più completa opposizione all’opera ma ha voluto altresì spiegare come fosse assolutamente inevitabile la sua esecuzione. «Per fare maggiore luce possibile sulla questione pubblicheremo sul sito istituzionale del Comune tutto il materiale e le informazioni di cui disponiamo – ha spiegato il primo cittadino -. L’antenna insisterà sul terreno di un privato cittadino che non siamo in alcun modo stati in grado di dissuadere. Dal punto di vista legislativo, inoltre, queste installazioni vengono considerate opere di urbanizzazione primaria realizzabili, salvo idonea valutazione ambientale dell’Arpa, anche in presenza di abitazioni nelle vicinanze». Zarcone ha voluto far presente che il Comune non trarrà alcun vantaggio economico dalla realizzazione della struttura e, anzi, ha dato la sua piena disponibilità ai suoi concittadini affinché venisse organizzato un comitato attraverso il quale condividere le idee ed elaborare una strategia comune. Una delle preoccupazioni maggiori che invece serpeggiavano nella piazza era quella inerente al possibile utilizzo della moderna e ancora molto controversa tecnologia 5G sui nuovi ripetitori. «Cercheremo di predisporre un adeguato atto amministrativo che sia in grado di impedire un futuro utilizzo della tecnologia 5G, al momento non prevista – ha dichiarato il sindaco -. Il nostro obiettivo primario è quello di tutelare la salute pubblica, senza dimenticare l’impatto che una simile opera avrà dal punto di vista paesaggistico e da quello economico per l’inevitabile deprezzamento delle abitazioni private delle vicinanze».
I rappresentanti della raccolta firme così come il consigliere di minoranza Renato Ferrua hanno imputato al sindaco Zarcone l’inadeguatezza delle comunicazioni inerenti al susseguirsi dell’iter: «Se è vero che l’amministrazione era a conoscenza delle intenzioni dell’operatore telefonico sin dal mese di ottobre perché non è stata tempestivamente informata la cittadinanza attraverso comunicati stampa o, meglio, con una riunione pubblica come quella odierna? – ha domandato il capogruppo di minoranza, anch’egli contrario alla realizzazione dell’opera -. Vogliamo sia fatta chiarezza anche sulle tecnologie che verranno installate nel ripetitore e impedire in tutti i modi che venga utilizzata la rete 5G sulla quale gli scienziati ancora si dividono». Giusto anche sottolineare come molti monasteresi si fossero invece dimostrati favorevoli all’opera nei giorni scorsi senza però trovare voce durante il corso della serata.
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