FOTOGALLERY: Marcello Lippi a Frabosa Sottana

A tu per tu con Bartoletti, il ct che ha vinto tutto, leggenda del calcio, ripercorre la sua carriera e svela: «A 72 anni non allenerò più, potrei ancora fare il dirigente»

«Hai visto come ti acclamano dopo quarant'anni?»
«Perché non si ricordano del mondiale in Sudafrica»
Esordisce così, con grande autoironia, Marcello Lippi, nella chiacchierata con Marino Bartoletti al Galà Palace di Frabosa Sottana. Il primo appuntamento della Castagna d'oro si apre con una clip che fa rivivere al pubblico le grandissime emozioni del Mondiale del 2006, quando la Nazionale allenata da Lippi si laureò Campione del Mondo. Lippi ha ricordato che ben 35-36 dei giocatori allenati da lui in carriera sono diventati grandi allenatori, ed ha speso ottime parole per l'allenatore della Juventus, Andrea Pirlo. «Un talento vero - ha detto Lippi - un ragazzo intelligente, gli bastavano poche parole per capire tutto. Se la Juventus quest'anno non dovesse andare bene sicuramente non sarebbe a causa dell'inesperienza di Andrea, ma per altri fattori». Anche Gennaro Gattuso, attuale mister del Napoli, riscuote la sua stima: «Come allenatore è com’era da giocatore, estremamente grintoso: lui è l’allenatore che più mi assomiglia nello stile». La chiacchierata è proseguita con i ricordi di gioventù di Lippi, dalle estati a Viareggio, dove ha l'occasione di ascoltare i giovanissimi Mina e Celentano (alla mitica “Bussola” in cui entrava gratuitamente con la complicità di un parente) per poi proseguire con gli inizi come calciatore alla Stella Rossa di Viareggio e il successivo approdo alla Sampdoria. 

Alla fine della sua carriera da giocatore, Lippi matura la decisione di diventare allenatore e comincia nelle giovanili della Sampdoria, per poi approdare in A col Cesena del presidente Lugaresi. Ha poi ripercorso la carriera da allenatore di club, l'approdo alla Juve, rivelando un gustoso aneddoto sulle trattative, che riguardava la passione grafologica della moglie del presidente dell'Inter Ernesto Pellegrini, che inaspettatamente giocò a favore della squadra bianconera: attendendo il responso della giovane signora infatti fu la Vecchia Signora a muoversi con successo. Lippi ha ricordato due dei grandi campioni allenati, Alessandro Del Piero e Roberto Baggio, ed ha poi ripercorso l'avventura al mondiale 2006. «Ho capito che avevamo buone possibilità di vincere dopo le amichevoli fatte con Olanda e Germania. Il gruppo aveva maturato una tale coesione, una tale convinzione e una tale qualità che riusciva a volgere in energia positiva ogni stimolo esterno, anche il più negativo». Il mondiale sudafricano invece non va come tutti speravamo. Anche su questo Lippi si esprime con grande franchezza: «Tornai perché avevo un debito di riconoscenza con il presidente Abete. Sbagliai a valutare, fui troppo indulgente con alcuni dei giocatori del 2006, pensavo che avessero ancora molto da dare. Poi i tre più bravi si infortunarono, e le cose si misero male». Al termine dell’intervista, Marcello Lippi non scansa la domanda di Bartoletti sul suo futuro, anzi risponde con grande schiettezza: «Non allenerò più, a 72 anni non ne ho più voglia. Però potrei considerare un ruolo dirigenziale, se mi volessero, in un club o in Federazione. Discorsi in questo senso sono stati fatti, vedremo». L’incontro si chiude con un momento davvero unico: Marino Bartoletti, ricordando le doti vocali del ct, note in gioventù, lo ha convinto a intonare, insieme al palazzetto di Frabosa, “Che sarà” dei Ricchi e Poveri, facendo scoprire a tutti un’inedita veste di cantante per l’allenatore e la sua grande passione per la musica.

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