Siamo di fronte, tanto per cambiare, all’ennesima conseguenza dell’emergenza Covid: anche a Mondovì il pasto a scuola potrebbe costare di più. Da un mese il Comune sta letteralmente spaccando il capello in quattro per cercare di evitare il problema del caro-mensa per le scuole col rientro al pomeriggio. Un rincaro che, se non trova una soluzione, finirà per ribaltarsi sulle famiglie. I fronti aperti sono due: da una parte la maggiorazione del costo del pasto, dall’altra i rincari per la nuova assistenza. L’assessore all’Istruzione Luca Robaldo: «Stiamo trovando una “quadra” per impattare il meno possibile. Ora però voglio convocare le famiglie e spiegare loro cosa sta succedendo».
SI TRATTA SUL COSTO DEL PASTO. A settembre, con pochi giorni di preavviso rispetto all’inizio delle scuole, la ditta che ha in gestione il servizio mensa delle scuole di Mondovì (la Camst) comunicò al Comune la necessità di aumentare il costo del pasto singolo. Un aumento considerevole (da 5,26 euro a 6,56: 1,30 euro) dovuto principalmente all’aumento del fabbisogno di personale ed all’attuazione delle misure anti-Covid. Da qui, il Comune ha avviato una lunga serie di confronti, studiando ogni modo per limare l’aumento: «Riteniamo di essere vicini a ridurre questo aumento a pochi centesimi – afferma l’assessore Robaldo –, ma la trattativa è ancora in corso». Resteranno ovviamente le agevolazioni a favore delle fasce più deboli che il Comune già riconosce, ogni anno, a fronte delle richieste degli interessati.
IL PROBLEMA DELL’ASSISTENZA. Più complessa è la questione dell’assistenza: che però, va precisato, riguarderebbe solamente i plessi in cui il rientro al pomeriggio (e dunque la mensa) non fa parte del “tempo scuola” già previsto (quindi non riguarda le Materne e i plessi come quello di Borgo Aragno). Fino all’anno scorso, il servizio di assistenza era svolto direttamente dai docenti (a cui il Comune pagava il pasto). Da quest’anno, le cose potrebbero cambiare. Se si dovrà ricorrere alla soluzione di affidare il servizio al personale della Camst, il costo sarà inevitabilmente a carico delle famiglie: si va da 55 euro all’anno, per chi ha un rientro a settimana, a 210 euro all’anno per chi ha il figlio o la figlia che effettua quattro rientri settimanali. Robaldo: «Intendo convocare i genitori per spiegare loro come stanno le cose. Se questa sarà la soluzione finale, purtroppo il Comune non può farsi carico di tutti gli aumenti. Ma cercheremo di introdurre delle riduzioni a favore delle fasce di reddito più basse. Ecco l’obiettivo: per chi ha un ISEE sotto gli 8 o 10 mila euro, una riduzione del 50-60%, per chi sta sopra una riduzione del 10% che sale di un ulteriore 10% per ogni figlio oltre al primo».