Un sequestro da 5 milioni di euro, con una villa di lusso nelle Langhe (ad Albaretto della Torre) e 52 terreni . E, stando agli accertamenti della Guardia di Finanza, questa è solo la punta dell'iceberg del monumentale castello di beni che ruotava attorno agli illeciti commessi da G.P.M., 77enne originario di Alba, pluripregiudicato, che dagli anni '80 era scappato in Spagna dopo aver subìto in Italia condanne definitive per ricettazione, emissione di assegni a vuoto ed emissioni di fatture per operazioni inesistenti. E dalla Spagna avrebbe continuato a "operare", diventando una sorta di uomo-cardine per una vasta attività illecita, appena venuta a galla.
Stando agli accertamenti della Finanza, nel periodo tra il 2006 ed il 2016 sarebbero stati trasferiti in Italia circa 12 milioni di euro tratti da conti correnti spagnoli intestati al 77enne e a 4 società a lui riconducibili, i quali sono stati, a loro volta, in parte intestati alla figlia (oltre 6 milioni di euro) e, in parte, veicolati all’estero (in Svizzera e nuovamente in Spagna) a beneficio di società o su conti correnti riconducibili sempre al medesimo responsabile.
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Fino a quando non è finito in mezzo alla super-operazione di polizia "Malaya": «Una sorta di "Mani Pulite che ha investito la Costa del Sol" - spiega la GdF di Cuneo -, in cui il 77enne albese è finito condannato definitivamente per corruzione, consistita nel versamento ad un pubblico amministratore di Marbella di 330 mila euro per ottenere favori nel settore urbanistico. Inoltre, a carico dello stesso, a giudizio dinnanzi ai Giudici di Marbella per frode in danno dell'amministrazione pubblica., il Pubblico Ministero ne ha già chiesto la condanna. In Spagna, si è avvalso di una vera e propria galassia di Società del settore immobiliare – oltre 40 - costituite avvalendosi di numerosi fiduciari e teste di legno, queste ultime per lo più vecchi conoscenti italiani resisi disponibili a prestare nome e firma senza in alcun modo ingerirsi nelle gestioni societarie».
La mega operazione internazionale è stata presentata questa mattina in conferenza stampa dalle Fiamme Gialle: presenti il colonnello Luca Albertario, comandante provinciale della GdF Cuneo, il dott. Alberto Perduca, procuratore capo della Procura di Asti, affiancato dal sostituto dottoressa Laura Deodato. In collegamento via monitor il magistrato di riferimento per la Spagna all'intero di Eurojust (l'agenzia dell'Unione Europea per la cooperazione giudiziaria penale) Jose De La Mata, e il magistrato Eurojust per l'Italia dott. Filippo Spiezia. Il sequestro, in esecuzione di una misura di prevenzione patrimoniale emessa dal Tribunale di Torino, che le Fiamme Gialle della “Granda” hanno eseguito, a fine dicembre 2020, è solo “la punta dell’iceberg” di una complessa indagine, di respiro internazionale, diretta dalla Procura della Repubblica di Asti ed eseguita dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria del capoluogo, in coordinamento con l’Ufficio del Procuratore Anticorruzione ed il Giudice istruttore n.6 dell’Audiencia Nacional spagnoli.
Una squadra internazionale per ricostruire la biografia criminale
Il pool investigativo è stato costituito nel 2019: una Squadra Investigativa Comune (di seguito S.I.C.) tra le Autorità giudiziarie di Italia e Spagna, sotto l’egida e con il sostegno di Eurojust, organismo che assicura il coordinamento e la collaborazione giudiziaria tra le amministrazioni nazionali nelle attività di contrasto del terrorismo e delle forme gravi di criminalità organizzata che interessano più di un paese dell'UE. In particolare, dalla intensa collaborazione raggiunta nell’ambito della S.I.C. (in inglese Joint Investigation Team – J.I.T.) e grazie anche alle indagini svolte dalle Fiamme Gialle di Cuneo, le autorità spagnole hanno potuto individuare il sodalizio criminale di stampo internazionale operante nella zona della Costa del Sol (Andalusia), dedito alla commissione di diversi reati previsti dalla normativa iberica (corruzione di pubblici ufficiali, traffico di influenze ed evasione fiscale) e di riciclaggio, auto-riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori in Italia, composto da soggetti residenti nei due Paesi.
Le risultanze di dette attività hanno permesso alla Polizia Giudiziaria Spagnola, su disposizione del citato Ufficio del Procuratore Anticorruzione, di eseguire in Spagna 13 arresti, 1 mandato di cattura internazionale, 19 perquisizioni domiciliari, blocco di 106 rapporti bancari, sequestro di 47 immobili ubicati nel territorio della Provincia di Malaga, sequestro di 18 autoveicoli nonché denaro contante per circa 70 mila euro, monili, orologi di pregio, opere d’arte, quadri, sculture ed arredi per un valore stimato superiore ad un milione e mezzo di euro. All’esecuzione dei provvedimenti, nell’ambito della c.d. Operazione Tenor, hanno partecipato ufficiali di Polizia Giudiziaria del Reparto cuneese. In Italia, sulla base degli esiti delle indagini compiute dalle Fiamme Gialle anche nell’ambito della S.I.C., la Procura della Repubblica di Asti ha presentato al Tribunale Ordinario di Torino – Sezione Misure di Prevenzione - una corposa proposta di sequestro – finalizzata alla confisca - fondata sulla pericolosità sociale del pregiudicato e sulla sproporzione di valore – rispetto al reddito dichiarato – del compendio immobiliare del Cuneese a lui riconducibile ancorché formalmente intestato ai figli. Il Tribunale ha accolto la proposta di sequestro che le Fiamme Gialle hanno eseguito il 21 dicembre 2020. Nel contempo, i giudici torinesi hanno già fissato, in data 9 febbraio 2021, l’udienza per la discussione, nel contraddittorio con le difese, sulla richiesta di confisca.