Fiere, eventi, meeting e saloni: come cambia la comunicazione delle aziende
L’esperienza del team di ACD di Mondovì in questa fase di ripartenza post Covid
Gli anni del Covid hanno segnato un’epoca per le imprese, non solo per la diffusione di un nuovo modo di concepire le tecnologie, ma soprattutto per il “distacco fisico” dal cliente. Fino a 3 anni fa era normale incontrarsi, parlarsi di persona, chiudere accordi o contratti siglandoli con strette di mano e sorrisi. Le fiere e i saloni erano i veri protagonisti, esperienze per testare il polso della propria impresa, per capire se si stava andando nella direzione giusta. Poi il silenzio, l’allontanamento forzoso, talvolta sostituito da eventi online... ma con effetto e percezione ben diversi.
Ora che si riprende, cosa succederà? C’è un senso di disorientamento e incertezza che attraversa tutte le aziende, dalle grandi alle micro-imprese. Ignorare questo periodo e riprendere da dove si è lasciato sarebbe un errore: è sbagliato chiudere gli occhi e ri-presentarsi alle fiere e ai saloni con le stesse forme, nelle stesse modalità di prima. Il tempo è passato, il concetto stesso di esperienza è stato profondamente modificato.
Si rischia anche di esagerare dalla parte opposta, di snaturarsi, di perdere l’essenza del brand e i valori che trasmette, senza continuità con il passato.
ACD, l’agenzia di comunicazione di Mondovì che da 15 anni segue la comunicazione di imprese e professionisti in Italia e all’estero, commenta ironicamente: “Nietzsche diceva che avere il sedere piatto è il crimine peggiore. Non bisogna stare fermi per paura di sbagliare, ma bisogna avere paura di andare a caso, senza un’analisi e una programmazione. Per questo seguiamo i nostri clienti in tutti i passaggi dell’identità visiva, dal concept al logo, dal sito ai social, dagli allestimenti al packaging”.
«Non c’è una soluzione valida per tutti, per questo si parla di ID, di identità visiva – dicono da ACD –: ogni azienda (e ogni logo) racconta una storia e guarda al futuro in modo diverso da qualsiasi altra. Nella comunicazione è tutto collegato: non serve andare a una fiera senza un allestimento, un sito web di riferimento e canali social che raccontino i prodotti e l’azienda. Manca una narrazione coordinata e declinata nei vari strumenti (social, video, sito web, stand...). Troppo spesso si lascia la comunicazione in secondo piano, mentre è il modo attraverso cui un’azienda viene percepita, riconosciuta e ricordata».
«Quest’anno abbiamo di nuovo tutti quei canali che ci sono mancati moltissimo negli anni precedenti: le fiere, gli eventi e i saloni – concludono da ACD –. Saremo presenti con stand ideati e disegnati da noi a Cosmopof, Eicma e Transpotec, stiamo lavorando ad eventi musicali e allestimenti artistici a Torino e sulla Riviera romagnola».
ACD è una piccola eccellenza: ha uno staff di 7 persone e segue aziende, professionisti e multinazionali in Italia e in Europa: «In fondo creiamo dei mondi, reali e digitali, e li raccontiamo».
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