Stupro a Cuneo, 41enne arrestato dopo l’analisi delle telecamere di sorveglianza

Decisive le prime indicazioni della vittima sul vestiario del violentatore. Sull’ipotesi che fosse ubriaco il pm Dodero ribatte: “Viaggiava in bici ad andatura normale”

Da sinistra a destra il questore Parisi, il procuratore capo Dodero, commissario Giancarlo Floris (dirigente squadra mobile) e ispettore Mariella Faraco (dirige la sezione crimini sessuali della Mobile)

L’arresto del presunto autore dello stupro al Parco Fluviale di Cuneo è avvenuto sei giorni dopo i fatti, ma già dopo le prime ventiquattro ore la polizia aveva precisi sospetti. Ulteriori elementi sono emersi nel corso della conferenza stampa indetta stamane dal procuratore capo Onelio Dodero, insieme al questore Nicola Parisi, al commissario Giancarlo Floris e all’ispettore Mariella Faraco della Squadra Mobile.

Nell’indagine hanno giocato un ruolo fondamentale due elementi: la prima descrizione fornita dalla vittima in ospedale e le riprese video della zona. “Un lavoro enorme” spiega il dirigente della Mobile Floris, descrivendo l’attività di “scrematura” sulle telecamere per cui la Questura si è avvalsa della collaborazione immediata della Polizia Municipale. Alla fine, la lente degli investigatori si è appuntata su un individuo in particolare, corrispondente alle caratteristiche fisiche tratteggiate e visto transitare nella zona delle piscine, con identico abbigliamento, anche nei giorni successivi.

Le Forze dell’ordine ne hanno monitorato i movimenti a partire dalle ore successive allo stupro, verificatosi intorno alle 18 di domenica 11 settembre. Alla luce degli ulteriori elementi raccolti si è arrivati nel pomeriggio di sabato 17 all’arresto: quando gli agenti si sono presentati nella sua abitazione di Borgo Gesso per mettergli le manette ai polsi, lui è rimasto calmo e non ha mostrato sorpresa. Si tratta di un rumeno quarantenne, senza precedenti penali specifici: «Non è uno straniero irregolare: è una persona inserita nel tessuto sociale e con un’attività lavorativa», precisa il procuratore Dodero. Sono gli unici elementi che la Procura fornisce alla stampa riguardo all’identità dell’arrestato, del quale non si conosce per ora il nome.

L’ispettore Faraco, che dirige la sezione della Mobile dedicata ai crimini sessuali, è stata la prima a parlarle: «La vittima è una donna che nonostante il trauma si è dimostrata molto forte e determinata: subito dopo la visita in ospedale ci ha detto ‘prendetelo’». Il sospettato, in carcere a Cerialdo, è stato interrogato dal gip alla presenza del suo avvocato: al giudice ha detto di non ricordare nulla di quanto accaduto, perché era ubriaco. La Procura non si è ancora confrontata con questa versione, sulla quale però trapela evidente scetticismo: «Nelle riprese lo si vede viaggiare in bicicletta con andatura normale», specifica Dodero.

Dodero non nasconde che un episodio criminale così efferato, avvenuto in pieno giorno, abbia diffuso un senso di insicurezza nella cittadinanza cuneese: «Si tratta di un fatto grave ma assolutamente episodico. La soglia di sicurezza in città è alta: non sempre però è possibile prevenire». Analoghe considerazioni sono state espresse dal questore Parisi: «Quanto migliore è la qualità della vita in un luogo, tanto peggiore è la percezione della sicurezza: questo è testimoniato anche dalle rilevazioni dell’Istat che da anni vedono diminuire il tasso di reati». In merito all’attività di prevenzione, il capo della polizia aggiunge: «Il parco fluviale è tra gli obiettivi sensibili dei pattugliamenti».

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