Da oggi, potrebbe diventare il nuovo esempio cuneese. Quello di cui parlare tutte le volte che si affronta il tema: come si fa a “farcela” nell’epoca in cui la crisi pare demolire tutti i vecchi lavori? Semplice: inventandosi strade nuove. Come hanno fatto Alberto, Dario e Samuele con Satispaty – la app per cellulari che sta rivoluzionando il mondo dei pagamenti che oggi è vicina a quello che, secondo fonti giornalistiche nazionali, potrebbe essere il più grosso aumento di capitale mai ottenuto da una startup italiana. Tutto questo per un social business che però non parla la lingua di Zuckerberg, ma il piemontese. E non ha radici nella Silicon Valley, ma qui in Granda.
Satispay è l’impresa fondata nel 2013 da Alberto Dalmasso, Dario Brignone e Samuele Pinta. I tre, tutti cuneesi, nel 2015 sviluppano e lanciano una app per cellulari che permette di pagare di tutto, dal caffè al bar all’acquisto in boutique, con un click sul cellulare. La app gira su smartphone Android, Apple e Windows. Funziona in modo molto semplice: sostituisce i normali circuiti, come le carte di credito o paypal, e permette il passaggio di denaro (anche di pochi euro) da cliente a commerciante, o anche da privato a privato, con pochissimi costi di commissioni (e addirittura gratis sotto i 10 euro). Nata e cresciuta in Granda, oggi funziona in tutta Europa ed è diventata uno strumento di pagamento utilizzato quotidianamente da 120 mila persone (i download hanno superato quota 230 mila). I negozi che hanno aderito al circuito hanno superato i 16 mila e crescono di 70 esercizi al giorno.
Satispay oggi sta per raggiungere un aumento di capitale da cifra record, per un’azienda diventata operativa appena due anni fa. Un’indiscrezione di “Repubblica”, la scorsa settimana, parlava di almeno 12 milioni di euro già superati e lanciati verso quota 14 milioni. E secondo l’agenzia Agi, che ha intervistato Dalmasso, si punta a 20 milioni: «L’aumento di capitale è nato da manifestazioni di interesse di nuovi investitori, arrivate sul finire dello scorso anno – dichiara Dalmasso, ceo di Satispay –. Quando le adesioni di nuovi investitori hanno superato i 10 milioni di euro, sono stati coinvolti anche i soci storici e la maggior parte di essi ha deciso di esercitare il proprio diritto di opzione per reinvestire». Sui nomi ovviamente c’è il top secret, ma tra i primi partner dell’azienda c’era anche la BAM di Carrù. Dalmasso: «Credo che il co-investimento degli attuali soci sia una delle migliori conferme per noi e per i nuovi investitori sulla bontà del progetto che stiamo portando avanti. Dal momento che la soglia minima dei 12 milioni è stata raggiunta, che l’interesse di nuovi investitori è elevato e che abbiamo deliberato un aumento di capitale ampio e scindibile (che può essere sottoscritto non interamente), ci piacerebbe spingerci verso i 20 milioni».
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