Auto sospette, movimenti anomali, situazioni poco chiare. Sono più di cento i cittadini roccafortesi che si avvisano di tutte le situazioni “irregolari” dal punto di vista della sicurezza e dell’ordine pubblico. Come? Semplicemente con una app, un messaggio whatsapp, in cui contemporaneamente sono tutti informati di un antifurto che suona, di un movimento sospetto, di qualcosa che non va. Una realtà cresciuta anche dopo i tanti furti avvenuti a Roccaforte, in particolar modo la rapina a mano armata che l’estate scorsa ha letteralmente scioccato il paese, e che oggi conta moltissimi iscritti. Come funziona? Si avvisano i concittadini del gruppo, si approfondisce l’entità del fatto e, in caso di necessità, si contattano le Forze dell’ordine. «È uno strumento utile, serio e controllato – spiega il sindaco Paolo Bongiovanni –, consente di diffondere l’informazione in maniera simultanea a molte persone. In questo modo, sulla totalità dei presenti, si può avere conferma o meno della veridicità della segnalazione e, nel caso, contattare le Autorità competenti».
I pregi? «L’aumento della sicurezza percepita da parte della comunità, attraverso una corretta pratica di controllo reciproco tra vicini – segnalano gli utenti –, il controllo dei veicoli circolanti, l’aumento della consapevolezza del territorio durante la vita quotidiana del paese e di tutta la comunità». E, mentre i lavori per l’installazione delle telecamere di videosorveglianza sono in atto proprio in questi giorni, gli occhi del cittadino sembrano al momento confermarsi i più attenti “custodi” del vicinato. Una situazione che non rischia di sfuggire di mano o di compromettere anche la libertà degli altri individui? «Quello che va precisato, nel caso di Roccaforte – conclude il sindaco – è che si tratta di uno strumento serio, molto tranquillo e controllato. Non va confuso con le ronde o con altri movimenti strani, né nessuno vuole sostituirsi alle Forze dell’ordine, che anzi sono le prime ad essere avvisate in caso di necessità. Serve semplicemente per dire: suona un antifurto, non faccio finta di nulla, ma avviso e magari cerco di dare un’occhiata che sia tutto sotto controllo». «Un occhio da “padre di famiglia”», spiegano, che rende i cittadini protagonisti della propria sicurezza, a costo di rimetterci un po’ di privacy.