Risarcimento Acna, sindaci in prima linea

Proposto un cambio di marcia nella gestione della delicata questione dei danni ecologici. Sottoscritto un ordine del giorno per la Regione Piemonte.

Erano 17 i sindaci presenti a Saliceto, in qualità di rappresentanti dell’area di prossimità dell’ex stabilimento ACNA di Cengio e sito di interesse nazionale, alla riunione tenutasi a Saliceto nel tardo pomeriggio di venerdì 30 gennaio. Con loro vi erano anche i rappresentanti delle Unioni montane “Alta Langa” e “Cebano Bormida”. C’era da fare il punto sulla situazione riguardo la vertenza “Risarcimento danno ambientale” che l’ex-Acna dovrebbe riconoscere al Ministero dell’Ambiente come indennizzo al territorio valbormidese per gli oltre cento anni di inquinamento. A tenere le fila è stato Pier Giorgio Giacchino, chiamato dall’Unione montana “Alta Langa” alla gestione della annosa e combattuta tematica. Giacchino ha informato l’assemblea sulle azioni avviate e sulle prospettive a breve, e soprattutto sulla necessità che i 17 Comuni definiti “di prossimità”, cioè i più vicini all’ex Acna e quindi i più danneggiati, debbano giocare un ruolo di assoluti protagonisti nella vertenza. Visti i precedenti, con fondi del Ministero dell’Ambiente assegnati in massima parte ad aree molto distanti dall’ex-Acna a scapito di quella dei 17 paesi più direttamente coinvolti, si dovrà far valere il principio della «specificità e unicità dell’area rappresentata, identificata nel tratto cuneese della Valle Bormida e le limitate aree ad essa congruenti, comprendendo pure il Comune di Cengio, area nella quale si è prodotta la massima parte dei danni all’ambiente, all’integrità del territorio, alle attività, allo stato socio-economico, alla occupazione, alla salute degli ex dipendenti e della popolazione», per poter ottenere un risultato positivo. I sindaci hanno dibattuto e approvato unanimemente la linea, sottoscrivendo un ordine del giorno, da indirizzare alla Regione Piemonte che, con il proprio assessore all’Ambiente, assiste alla trattativa in sede ministeriale. Si chiede «che la trattativa non solo rispetti la richiamata specificità, ma contenga un forte richiamo all’impegno di incessante presidio del sito, con tutte le indispensabili attività di contenimento e trattamento, senza le quali il fiume e l’ambiente ritornerebbero allo “status quo ante”». Ci si prefigge di ottenere dalle Regioni Piemonte e Liguria (con i Comuni e le Unioni Montane) «una forte azione di richiamo per orientare i risarcimenti ad un piano di sviluppo territoriale integrato per il recupero socioeconomico e l’occupazione, principalmente nei Comuni più devastati dall’ “effetto ACNA”». Si ribadisce che «venga respinto qualsivoglia giudizio di gradimento espresso da Syndial sulla destinazione e modalità di impiego degli indennizzi, per i quali devono avere titolo le istituzioni sul territorio, così che i “colpevoli” non dettino condizioni alle vittime». I sindaci di Saliceto, Camerana, Monesiglio, Gottasecca, Prunetto, Mombarcaro, Gorzegno, Levice, Torre Bormida, Bergolo, Cortemilia, Castino, Perletto, Niella Belbo, San Benedetto, Pezzolo e Castelletto Uzzone concludono il loro o.d.g. in questo modo: «Ciò premesso, ripongono massima fiducia nella Regione Piemonte, in specie nell’Assessorato all’Ambiente, a cui si richiede formalmente di utilizzare il patrimonio di conoscenze tecniche, testimoniali e storiche del sito ACNA di cui sono depositari. A questo scopo richiedono formalmente di poter affiancare attivamente – con propria delegazione – la Regione Piemonte nell’azione di supporto al Ministero nella trattativa in corso». L’incontro si è chiuso con un convinto applauso scambiato tra i presenti, buon segno di condivisione e determinazione. Sembra dunque avviato un processo di cambiamento nella gestione della vicenda risarcimento danno ambientale, cambiamento che riporta al centro i Comuni che maggiormente sono stati colpiti dal secolare inquinamento dell’ex fabbrica chimica.

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