Spostamenti tra Regioni dal 3 giugno, via libera a attività e seconde case. Le decisioni del Piemonte

Le nuove norme in vigore in Italia dalla prossima settimana, l’ultima parola sulle riaperture tocca però alle Regioni

Spostamenti tra Regioni dal 3 giugno, via libera a attività e seconde case: il decreto del Governo e le decisioni del Piemonte

Un testo con meno restrizioni e più concentrato su monitoraggi e possibilità di interventi più circoscritti a livello locale in caso di aggravamento della situazione epidemiologica. E qui la palla passa a Regioni e sindaci. È quanto prevede l’ultimo Decreto con le misure di contrasto al coronovirus che il Governo si prepara a varare. Gli ultimi paletti nazionali caleranno nei prossimi giorni: da lunedì via libera alla ripresa delle attività e agli spostamenti nel territorio regionale. Dal 3 giugno mobilità libera su tutto il territorio nazionale. Prepariamoci quindi a buttare le famigerate autocertificazioni. Rispetto agli ultimi Dpcm l’ultimo decreto del Governo copre anche un periodo più lungo, dal 18 maggio fino al 31 luglio. Ecco i punti principali, con il via libera a tutte le attività, ma l’ultima parola sulle riaperture toccherà alle Regioni.

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VIA LIBERA ALLE SECONDE CASE NEL TERRITORIO REGIONALE – A partire dal 18 maggio 2020 gli spostamenti all’interno del territorio regionale non sono soggetti ad alcuna limitazione, fatte salve le misure di contenimento più restrittive adottate relativamente a specifiche aree del territorio regionale, soggette a particolare aggravamento della situazione epidemiologica.

SPOSTAMENTI TRA REGIONI DAL 3 GIUGNO – Fino al 2 giugno sono vietati i trasferimenti e gli spostamenti in una regione diversa rispetto a quella in cui attualmente ci si trova, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute; resta in ogni caso consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza. Dal 3 giugno gli spostamenti sul territorio nazionale possono essere limitati solo con provvedimenti adottati in relazione a specifiche aree del territorio nazionale, secondo principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico effettivamente presente in dette aree.

I SINDACI POSSONO DISPORRE CHIUSURE – Il sindaco può disporre la chiusura temporanea di specifiche aree pubbliche o aperte al pubblico in cui sia impossibile garantire adeguatamente il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro.

RIAPERTE LE ATTIVITÀ – Le attività economiche e produttive sono consentite a condizione che rispettino i contenuti di protocolli o linee guida, idonei a prevenire o ridurre il rischio di contagio nel settore di esercizio o in ambiti analoghi, adottati a livello nazionale. Le singole regioni possono adottare propri protocolli nel rispetto dei principi contenuti nei protocolli o nelle linee guida nazionali.

I MONITORAGGI – Per garantire lo svolgimento delle attività economiche e produttive in condizioni di sicurezza, le regioni monitorano con cadenza giornaliera l'andamento della situazione epidemiologica nei propri territori e, in relazione a tale andamento, le condizioni di adeguatezza del sistema sanitario regionale.

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