La notizia era nell’aria già da qualche giorno, ma è diventata ufficiale soltanto nel pomeriggio di oggi (martedì 28 luglio): il premier Giuseppe Conte ha annunciato il prolungamento dello stato d’emergenza fino al 15 ottobre. Due settimane in meno, quindi, di quanto inizialmente proposto dal Governo. Nella lotta al contagio da Covid si è scelto così di giungere ad un compromesso tra il 21 settembre, secondo e ultimo giorno delle elezioni comunali e del voto sul referendum, e il 31 ottobre, data proposta appunto dai vertici di Roma in prima battuta. La decisione è stata presa a palazzo Madama dopo un passaggio parlamentare, con tanto di voto, voluto proprio da Conte, anche se per la proroga sarebbe bastata una delibera del Consiglio dei ministri. «La proroga – ha spiegato Conte in Senato – è una facoltà espressamente prevista dalla legge e attivabile ogni qual volta, anche a distanza di tempo dell'evento, si rende necessaria. Questa esigenza si verifica quasi sempre. Lo dimostrano diversi precedenti. Un provvedimento necessario, perché la pandemia non si è risolta, anzi stiamo assistendo ad un’imprevedibile evoluzione. Se avessimo deciso diversamente, le ordinanze attuali avrebbero cessato l’effetto. Pur in assenza del vincolo normativo – ha concluso il premier – ritengo doveroso condividere con il Parlamento la decisione della proroga dello stato di emergenza».
COSA CAMBIA?
Nuove zone rosse
La proroga consente di istituire, in caso di gravi focolai, nuove "zone rosse", ovvero totalmente confinate e chiuse agli scambi con l'esterno.
Scuola
Il provvedimento permetterà di acquistare tutto il materiale necessario a far ripartire in sicurezza la scuola: mascherine, gel, banchi, distanziatori di plexiglas, saltando alcuni passaggi per l'affidamento degli appalti che seguono percorsi agevolati.
Posti letto in caserme e alberghi
Nel caso di seconda ondata di Covid-19 la proroga permette di reperire posti letto in strutture diverse dagli ospedali, ad esempio le caserme o gli alberghi.
Blocco dei voli
Lo stato di emergenza consente anche di bloccare i voli da e per gli Stati che vengono ritenuti a rischio, oppure di individuare nazionalità che non sono ammesse in Italia.
Smart working
Per la durata dello stato di emergenza i dipendenti pubblici e quelli privati possono rimanere in smart working secondo le modalità che vengono concordate con l'azienda. Nella pubblica amministrazione, per una norma contenuta nel decreto Rilancio, i dipendenti rimarranno in smart working fino al 31 dicembre.