I giochi son fatti. L'offerta pubblica di scambio di Intesa-Sanpaolo su UBI Banca ha raggiunto oggi il 71,0%. Superando quindi, e di molto, non solo la soglia minima del 50% ma anche lo sbarramento del 66,67% necessario a controllare l'assemblea. La fusione è dunque cosa certa. Siamo di fronte alla nascita del più grande polo bancario italiano.
In quella cifra c'è anche il 5,9% della Fondazione CRC che dieci giorni fa ha comunicato ufficialmente di aderire all'OPS a fianco degli altri "grandi azionisti" del CAR.
Non più tardi di qualche giorno prima dell'ok della Fondazione, il sindaco di Mondovì' Paolo Adriano, assieme al collega Federico Borgna sindaco di Cuneo, aveva incontrato la presidente di UBI Banca Letizia Moratti. Era la seconda volta che i massimi vertici della finanza bancaria “scendono” in Granda per discutere coi sindaci del tema: era già avvenuto qualche settimana fa, quando Adriano, Borgna e il sindaco di Alba Carlo Bo avevano incontrato Gaetano Miccichè, ex direttore generale di Intesa Sanpaolo (oggi presidente di Banca Imi) e Fabrizio Palenzona, ex vicepresidente di Unicredit. Per alcuni, il "road show" di Miccichè era stato l'anticamera della chiusura dell'affare.
FILIALI VENDUTE A UNA TERZA BANCA
Per stare dentro ai paletti dell’Antitrust, l’accordo prevede un passo ulteriore: la cessione di un ramo d’azienda composto da 532 filiali al gruppo Bper Banca (che comprende, per esempio, le CR di Saluzzo e Bra e ha partecipazioni nella CR Fossano e Savigliano) composto da depositi e raccolta indiretta da clientela. La domanda è ovvia: che accadrà alle filiali UBI a Mondovì e dintorni? Verranno cedute, accorpate, chiuse? E cosa ne sarà dei dipendenti? Domande, per orsa, senza risposta.
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