Una nuova scuola per l'Alberghiero ci sarà. Non si sa però se sarà a Piazza, sfruttando il padiglione “Michelotti”, oppure da tutta un'altra parte, su un terreno del Comune fuori dal centro storico. Ora si sa che il Comune e la Provincia, per l'Alberghiero, hanno un piano. Ma tempi e costi sono enormi: «Ci vorranno oltre due anni. E forse più di 10 milioni di euro»
Questo è quanto emerso nel faccia a faccia tra gli studenti e le istituzioni, Comune e Provincia, che si è tenuto questa mattina dopo la grande manifestazione in strada. Circa 400 studenti sono scesi a Breo, dalle sedi "sparpagliate" di quello che chiamano "Alberghiero diffuso". Sono scesi con striscioni, cartelli e megafono, per chiedere la cosa più semplice eppure paradossalmente oggi più complicata: «Dateci una scuola». Si sono piazzati davanti al municipio, raccogliendosi assieme ai loro docenti e ai rappresentanti dei genitori: «Questa situazione non può andare avanti così – dice il loro portavoce, Sergio Papini, rappresentante di Istituto –: i professori fanno lezione spostandosi da un plesso all'altro, è una cosa assurda. I ragazzi del primo anno in quali condizioni studieranno? Noi chiediamo solo una cosa: di avere una scuola unica, per tutti. Abbiamo aspettato mesi in silenzio, lasciando che le autorità facessero il loro lavoro. ma ora siamo alla fine dell'anno scolastico. E quando abbiamo saputo che una parte della sede sarà da abbattere, abbiamo deciso che era tempo di dire la nostra».
La manifestazione si è svolta in modo pacifico. Ma è nell'incontro seguente che sono arrivate le risposte. Incontro a cui hanno partecipato i docenti, con la dirigente Donatella Garello, i delegati degli studenti, e Carlo Rinaldi, presidente del Consiglio di Istituto in rappresentanza dei genitori. «Perché non ci avete mai convocati nei tavoli di discussione? - hanno chiesto la Garello e Rinaldi - Bastava aprire un tavolo di dialogo tutti assieme e forse avremmo già trovato delle soluzioni!». La Provincia ribadisce: "«Non c'è stata. nessuna volontà di non dare risposte - hanno detto il presidente Federico Borgna e il consigliere Milva Rinaudo -: i tempi tecnici, col sequestro della magistratura, non consentivano di fare altrimenti. Abbiamo avuto la perizia il 18 maggio».
Oggi però le risposte sono arrivate - tutte nelle ultime battute del lungo incontro: «Ci sono due soluzioni possibili - ha spiegato il sindaco Paolo Adriano - Una è quella di utilizzare i soldi della Regione previsti per l'ex Ospdale per rimettere in sesto il "Michelotti": qui sposteremo il "Baruffi" e ricaveremo così una nuova sede per il "Giolitti"». C'è una seconda ipotesi, emersa solo oggi: «Un terreno del Comune fuori dal centro storico, su cui prima esisteva un interesse privato che ora non c'è più». La Provincia: «I parametri per costruire una scuola nuova dicono che, per un plesso di queste dimensioni, ci vogliono più di 10 milioni di euro». Ecco perché è importante mantenere i 3,5 della Regione. I tempi? Rinaudo: «Ci potrebbero volere due anni, stando ottimisti».
La Garello insiste: «Il "Michelotti" è incastonato sotto la collina: siete sicuri che sia la soluzione migliore, visto quello che è successo?». Il sogno dell'Alberghiero - non da oggi: da almeno 8 anni - un "campus" sullo stile universitario. Una cosa che nel 2010 descrivevano in una lettera indirizzata all'allora sindaco Stefano Viglione, e che oggi sarebbe attualissima. Pare una chimera? Invece non è detto che sia poi così irrealizzabile. Tempi e soldi permettendo.