A Dogliani oltre un centinaio di protagonisti della Tv (e non solo) si sono messi in gioco, in questi giorni, per sondare il futuro del piccolo schermo, nell’era di altri media che spopolano soprattutto tra le giovani generazioni. Si dice che cambia la Tv, inevitabilmente. Ed è giusto che sia così. Cambia tutto, cambiamo anche noi. Ma si tratta di ragionare su come la Tv stessa potrà competere, ritagliandosi il suo spazio, rispetto ai social, all’on-line, alla galassia di opportunità che stanno nel web. E nella Tv, come nei giornali, sotto esame è l’informazione, sfidata appunto da una colluvie di news casarecce, fatte in casa, rilanciate dal basso, da chiunque… senza troppe verifiche, senza l’attenzione dovuta ad una deontologia della comunicazione, cedendo anche al peggio, fino a fare largo a boutades, bufale, sciocchezze assortite se non persino ad insulti. E domenica 8 maggio è pure Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, da parte della Chiesa, con un messaggio di papa Francesco che con i media non si tira indietro, ma nello stesso tempo dentro di essi si ripropone messaggi ficcanti, spesso controcorrente. E per questa “Giornata” ha provato a coniugare il diritto-dovere di comunicare con l’esperienza della misericordia, chiedendo ad esempio un passo esigente da parte di chi appunto “comunica”. Infatti lo spazio della misericordia non può essere out quando si tratta di quanto succede d’attorno, dalla politica all’economia, dalla famiglia alla società, allo sport, ai media, ad internet. La misericordia non è roba… spirituale e basta, magari per addetti ai lavori. E’ pane prezioso per tutti. “Noi possiamo e dobbiamo giudicare situazioni di peccato… ma non possiamo giudicare le persone, perché solo Dio può leggere in profondità nel loro cuore”. E’ uno snodo decisivo, questo. Che chiama in causa l’approccio alle notizie. Niente va taciuto. Le notizie si impongono da sole, perchè stanno nei fatti. Non si possono creare od inventare, le notizie. Debbono scavare dentro le pieghe di quanto succede. Talora si innervano in modo forte e vigoroso, senza fermarsi di fronte a nessun muro di gomma. Ma dopo aver verificato ed appurato tutto il possibile, restano le persone… prese dentro. Da considerare non come scarti ma come vite umane, che magari hanno sbagliato di grosso, ma che non possono finire nel tritacarne che spiana tutto, a prescindere. Certo, chi fa informazione sa che deve decidere in pochi secondi il taglio da dare ad una notizia. Deve tenerne conto di chi ascolta o vede o legge. Ma non si può dimenticare chi viene spiattellato in video, sul display, in rete, sulla pagina di giornale. Un’avvertenza che non mette in crisi l’informazione, ma la qualifica con un plusvalore di umanità e di…misericordia. Difficile provarci? Forse sì. Ma è possibile.
Le news col plusvalore di… umanità
A Dogliani oltre un centinaio di protagonisti della Tv (e non solo) si sono messi in gioco, in questi giorni, per sondare il futuro del piccolo schermo. E nella Tv, come nei giornali, sotto esame è l’informazione