Gianfranco Odasso morì per un proiettile sparato dall'alto verso il basso, e non il contrario. Lo hanno sostenuto ieri, in tribunale a Cuneo, i soccorritori che accorsero nei boschi sopra Garessio il 17 ottobre 2012. Disteso lungo una riva c'era il corpo di Gianfranco Odasso, di Garessio, ucciso da un colpo di fucile sparato dall'amico e compaesano F.R. durante una battuta di caccia al cinghiale. Quest'utlimo è a processo per omicidio colposo. Il giudice dovrà decidere soprattutto in base ai risultati della perizia balistica e le testimonianze dei soccorritori su quella che avrebbe potuto essere la traiettoria del proiettile, posto che l’unico dato certo è la posizione del corpo di Odasso visto che il cinghiale si trascinò, ferito, per alcuni metri prima di morire. Il perito dice che il proiettile ferì la vittima dal basso verso l’altro, la guardia forestale che, invece l’impatto avvenne da monte a valle. Per la difesa di Ragusa, sostenuta dall’avvocato Stefano Campanello, il proiettile fu deviato da un ostacolo, forse dallo stesso corpo dell’animale. Per questo Ragusa non sarebbe responsabile della morte dell’amico: non poteva prevederlo. La sentenza è prevista per la primavera del prossimo anno.
Cacciatore morto per un colpo sparato dall’amico: in tribunale parlano i soccorritori
Ucciso da un colpo di fucile sparato dall'amico e compaesano F.R. durante una battuta di caccia al cinghiale.