Anime intrappolate nel loro guscio – Ghost in the Shell

Sembra che il lavoro dei numerosi sceneggiatori che si sono avvicendati  sia volto ad evitare di pestare i piedi allo scomodo progenitore, rendendo il prodotto più comprensibile e semplicistico.

Fenomeno trainante del movimento cyberpunk nipponico Ghost in the Shell è nato dalla mente di Masumane  Shirow al crepuscolo degli anni ’80, in un periodo estremamente fertile per il genere, usciranno nel sol levante in un breve lasso di tempo altri titoli fondamentali quali Akira (1988) e Tetsuo (1988) , come molte produzioni giapponesi il percorso di divulgazione è quasi obbligato: prima uscita col manga di cui Shirow è autore, trasposizione su grande e piccolo schermo e sconfinamento nella letteratura e nei videogames. Quella di Ghost in the Shell è una società dal nebuloso passato, dove convivono esseri umani e tecnologie che ne entrano in simbiosi fino a farli divenire dei veri e propri cyborg: organismi cibernetici dotati di corpi meccanici potenziati  con un animo “ghost” unico particolare che li differenzia dai robot, connessi in un immensa e rete neurale tramite il loro sistema nervoso, sullo sfondo una metropoli che assomiglia ad un centro economico in un eterna periferia, deriva di un’urbanizzazione incontrollata, dove vertiginosi  grattacieli sponsorizzati  emergono da un sottobosco sconfinato di casermoni popolari, separati da umidi vicoli saturi di insegne e da strade a scorrimento veloce.

 

TRAMA

Salvata da un incidente tramite l’innesto di parti meccaniche il Maggiore Mira Killian diventa un cyborg, potenziata e  con un cervello umano è a capo della sezione di Pubblica sicurezza numero 9, incaricata di sventare attacchi terroristici in una metropoli del futuro in cui convivono esseri umani puri e altri con parti cibernetiche. Durante una missione il Maggiore è incaricato di eliminare Kuze, criminale in grado di insinuarsi nelle menti cibernetiche deciso ad attentare la Hanka robotics, organizzazione che detiene il possesso dei cyborg e manipola le forze dell’ordine, i due si trovano di fronte e nel loro incontro il terrorista svela le ragioni del suo odio, dalle sue parole il Maggiore comprende l’origine delle visioni di cui e vittima, scoprendo la  terribile verità del suo passato e cominciando una ricerca sulla sua vera identità e una lotta contro chi gliel’ha rubata.

 

Molti dei puristi appassionati della saga storceranno il naso di fronte a questo riadattamento della versione animata di Mamuro Oshii del 1995, infatti in questo caso gli sforzi si sono concentrati sulla valorizzazione dell’estetica cyperpunk dell’opera, sorvolando sulla  parte filosofica perno della storia originale deviando l’attenzione sulla tematica della cancellazione della memoria; sembra che il lavoro dei numerosi sceneggiatori che si sono avvicendati  sia volto ad evitare di pestare i piedi allo scomodo progenitore, rendendo il prodotto più comprensibile e semplicistico, privandolo di fascino e spunto riflessivo, cercando quasi con rispetto di non intaccarlo, omaggiandolo con alcune scene fedelmente riprodotte ma non lasciando allo spettatore dubbi e nuove argomentazioni.

 

Resta comunque un’opera interessante sia per  le atmosfere rievocate: un ambientazione accattivante che ricorda molto la città di Blade Runner con i sui palazzi colmi di insegne virtuali, cyborg e una pioggia incombente sulla città, sia per il rimando al tema della manipolazione della memoria, fulcro attorno a cui ruota la trama. Una ricerca che porta la protagonista gradualmente a non credere al suo passato, a dubitare del proprio io in una situazione alienante, in cui la capacità di controllare la propria mente rimane l’unica cosa che la rende una persona, e la perdita di essa la accomuna alla macchina che sostiene di essere viva  perché in possesso di un’intelligenza, anche se solo artificiale, argomento affrontato anche in L’uomo bicentenario, Humandroid ed Ex Machina.  Costretta in una situazione di completa estraneità da se stessa,  il Maggiore si aggrappa a minuscoli frammenti di ricordi, visti come errori nel suo sistema, che la porteranno  a cercare la verità, rintracciando i legami coi suoi affetti e a combattendo contro chi gli ha portato via la sua esistenza, iniziando una lotta verso chi considera l’individuo solo come strumento non degno di una proprio vissuto,  manipolato per restare sotto il loro controllo. Il distacco che contraddistingue  la figura della protagonista rimanda al personaggio interpretato dalla stessa Scarlett Johansson in Lucy (2014) riproponendone la parabola inversa che la porterà a distaccarsi dalla sua parte cybernetica in direzione del suo lato umano, pronta ad abbracciare finalmente le proprie origini e a dimostrare che c’è un anima che si muove all’interno del guscio.

 

Al film va dato il merito di aver riportato alla luce su un’opera cult per troppo tempo dimenticata che ha fatto la storia di un genere, consentendo a chi non ha avuto modo di conoscerla precedentemente di scoprirla; inoltre attira l’attenzione  sulla pericolosità di qualsiasi forma di manipolazione mentale:  sulla sua mostruosità, sulla facilità nel poterla applicare, facendo nascere il dubbio che in qualche modo possa essere già avvenuta.

Sul mondo di Ghost in the Shell troviamo:

FUMETTI: Ghost in the Shell (1989), Ghost in the Shell 1.5: Human-Error processor (1991/96) , Ghost in the Shell 2: Meam machine interface (2001)  autore Masamune Shirow

CINEMA: Ghost in the Shell (1995), Ghost in the Shell – L’attacco dei Cyborg (2004) regia Mamoru Oshii, Ghost in the Shell (2017)  regia Rupert Sanders

SERIE TV DI ANIMAZIONE: Ghost in the Shell: Stand Alone Complex ,   Ghost in the Shell: Arise

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