Da agosto a dicembre, “L’Unione Monregalese” include fra i suoi spazi di attenzione anche un inserto narrativo/artistico a cadenza mensile. Il progetto, nato da un’idea dello scrittore e storico villanovese Paolo Ambrogio, propone una serie di storie riprese dal folklore locale (tipiche delle “Vijà” d’altri tempi nelle valli monregalesi). Ogni racconto, spiegato brevemente al lettore, è accompagnato da una serie di illustrazioni in bianco e nero, eseguite da Maria Boschero. Il primo testo verte sul genere fantastico/grottesco ed è ambientato nei primi anni del ‘900, presso Pianvignale, frazione di Frabosa Sottana
LA LEGGENDA DEL PICCO DELLA TAMERLA
Sul piccolo paese di Pianvignale aleggia un’atmosfera cupa che preannuncia un avvenimento funesto. Tra gli abitanti che trascorrono la vita a lavorare nei campi ed a pregare per evitare sventure, spicca negativamente Lina, triste adolescente malgiudicata da tutti per la sua mancanza di bellezza, doti e ricchezza. La ragazza riversa tutto il suo bisogno di affetto sulla sua fedele capretta, che di lì a poco perderà. Pietro Cuccumotto, padre di Lina, ma del tutto indifferente verso la figlia, non esita a vendere la capretta per soddisfare il suo vizio alcolico. Lina, presa dalla disperazione, corre a sfogarsi nel bosco vicino al paese e lì incontra un uomo misterioso e pericoloso. Attraverso il suo sguardo ipnotico, lo sconosciuto riesce a far cadere in suo potere la povera ragazza.
Iniziano ad accadere cose strane in paese. Pietro Cuccumotto muore all’improvviso ed i freddi abitanti notano quanto Lina sia diventata sicura di sé e quanto il suo sorriso ed i suoi occhi siano diventati diabolici. Inoltre, chiunque rivolge la parola alla ragazza muore poco tempo dopo ed a tutto ciò assiste compiaciuto l’uomo misterioso con il suo gufo. Tuttavia, la soddisfazione vendicativa di Lina termina nel momento in cui muore Tonio, bel giovanotto di cui Lina è innamorata e deciso a suicidarsi, in seguito alla perdita della sua promessa sposa.
Lina impazzisce completamente e si abbandona al proprio dolore, affiancata dal gufo divenuto cieco ad un occhio. I paesani non riescono neppure a dare degna sepoltura ai defunti, poiché una violenta tempesta si abbatte sulle abitazioni e sui campi, rovinando tutto ciò che è stato faticosamente coltivato. Infine, l’uomo misterioso si allontana dal paese senza alcun rimorso, lasciandosi dietro il suo gufo, intento a divorare il cuore, strappato al cadavere di Lina.
(tavole complete su L'Unione Monregalese del 29 agosto 2018)