Mondofood: investire nonostante la crisi. «Così combattiamo l’emergenza»

Il titolare, Davide Danni, spiega che quando riapriranno i ristoranti resterà attivo anche il “delivery”, in nuovi locali: «In questo modo non lasceremo a casa nessun dipendente»

Mondofood: investire nonostante la crisi
Mondofood: investire nonostante la crisi

Mondofood: investire nonostante la crisi. L’emergenza sanitaria che ha colpito il mondo intero, ha messo e sta mettendo in seria difficoltà numerose attività lavorative, le quali ora si stanno organizzando per poter ripartire al più presto, verso un ritorno alla normalità che, purtroppo, non sembra ancora dietro l’angolo. Tra i più “colpiti” dalla situazione Covid ci sono ovviamente i ristoratori e i baristi, che sono stati costretti fin da subito a chiudere i loro locali al pubblico, proprio perché fulcro della socializzazione tra le persone. Il momento è difficilissimo, molti proprietari di locali del Monregalese addirittura rischiano di non riuscire a “reggere l’urto” di una crisi così devastante. In questa “lotta per la sopravvivenza”, spicca la realtà di Mondofood che ha deciso, in controtendenza, una serie di importanti investimenti, proprio nel momento di maggior difficoltà, per mantenere in piedi l’attività e soprattutto per assicurare il posto di lavoro ai circa 30 dipendenti attuali.

Mondofood: investire nonostante la crisi

«Con i nostri locali chiusi (Mondovì, Mondovicino e Bra, ndr.), siamo stati “costretti” a reinventarci per il “delivery”, vale a dire per le consegne a domicilio – spiega Davide Danni, titolare di Mondofood –. Abbiamo iniziato soprattutto per “dare un segnale”, per dimostrare che eravamo ancora vivi e che non avevamo affatto intenzione di arrenderci. A poco a poco abbiamo poi scoperto che effettivamente esiste un piccolo mercato legato anche questa attività. Molti dei nostri clienti abituali ci contattano per ricevere i piatti, in più abbiamo sviluppato una app per smartphone, con la quale si fanno direttamente le ordinazioni e si paga il conto. L’esperienza di questi mesi ci ha insegnato però che “delivery” e ristorazione tradizionale nel ristorante non possono coesistere, se si utilizza la stessa cucina. Le due attività infatti sono completamente diverse tra loro e si rischia anzi soltanto di “essere d’intralcio” a vicenda». Il “delivery”, così come lo intendiamo ora, continuerà ad esistere anche quando i ristoranti potranno riaprire? Le persone ormai si saranno abituate a cenare a casa o man mano torneranno invece ad affollare i locali, che comunque appariranno subito molto diversi da come eravamo abituati a vederli? «Non possiamo sapere quale sarà la risposta della clientela – prosegue Danni –. Proprio per questo motivo abbiamo deciso di “sdoppiare” la nostra attività, con investimenti importanti, nonostante la crisi. In pratica, ci stiamo attrezzando per continuare a fare entrambe le cose: “delivery” e ristorazione tradizionale. Per il “delivery”, quando riaprirà il ristorante, ci serviranno altri locali, che abbiamo già individuato sempre a Mondovì, ma non a Breo, in un’area logisticamente idonea anche per l’arrivo dei mezzi di consegna. Lì prepareremo i prodotti che continueremo poi a portare direttamente a casa dei clienti. Così facendo, crediamo di poter far fronte all’emergenza, anche perché sicuramente, almeno all’inizio, il fatturato del ristorante sarà ridotto rispetto agli standard. Mantenendo in piedi le due attività “in parallelo” riusciremo inoltre anche a non lasciare a casa nessuno dei dipendenti. Abbiamo chiesto loro flessibilità, perché ovviamente non tutti potranno lavorare nei locali aperti al pubblico come facevano prima, ma il nostro intento è proprio quello di mantenere gli impegni presi con ognuno di loro, nonostante l’emergenza».

A casa arriva la “pizza all’80%”, da gustare appena sfornata

Mondofood investe in maniera decisa sulle strutture e sulle attrezzature, ma allo stesso tempo ha in programma nuovi investimenti anche sui prodotti. Nasce così l’idea della “pizza all’80%”: «Siamo sempre stati abituati che, quando si ordina la pizza a domicilio, ci si deve un po’ accontentare – aggiunge Davide Danni –. Noi invece abbiamo sperimentato una pizza precotta e condita a crudo, tenuta nel nostro forno fino quasi a fine cottura e poi estratta per la consegna. In questo modo, basterà finire di cuocere la pizza per 2 minuti nel proprio forno di casa per avere un prodotto ottimo, di grande qualità, come appena sfornato. Una sperimentazione nata da nostri test, che ci dà grande soddisfazione».

 

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