Nuovo intervento politico a favore della linea Cuneo-Mondovì: dopo l'intervento del m5s di Cuneo della scorsa settimana, l'onorevole Monica Ciaburro, il consigliere regionale Paolo Bongioanni e il coordinatore provinciale William Casoni, di Fratelli d'Italia, hanno scritto una lettera esprimendo la loro contrarietà ai propositi dell'Amministrazione beinettese, che vorrebbe sfruttare il sedime inutilizzato della ferrovia per fare una pista ciclabile.
«Una possibilità, questa, che Fratelli d’Italia reputa fortemente miope e inadeguata a
rispondere alle esigenze di mobilità che si stanno facendo via via più pressanti sul nostro
territorio provinciale, come ricorda il Circolo Territoriale di Beinette - scrivono i firmatari -. È fuori dubbio che la situazione attuale è totalmente diversa da quella che, nel 2012, ha imposto la chiusura. La Provincia di Cuneo è ormai la terza isola italiana: anni di tagli hanno contribuito a renderci sempre più isolati e a costringere i cittadini a preferire l’utilizzo dei mezzi privati a quelli pubblici, spesso insufficienti e poco capillari. È fondamentale ripensare il servizio pubblico locale: già adesso la Strada Provinciale 564, che collega Cuneo a Mondovì, è spesso satura. Cosa succederà quando tra alcuni anni le città attraversate dalla ferrovia si saranno espanse e la rete viaria sarà totalmente insufficiente? Non siamo di certo contrari alle piste ciclabili, ma la loro realizzazione non deve precludere definitivamente la riattivazione del servizio ferroviario. Certo non dimentichiamo la loro importanza per l’incentivo del turismo di prossimità ed ecosostenibile, ma sarebbe più opportuno proporne la realizzazione di percorsi in collina, boschivi e più vicini alla natura, che non in affiancamento a una trafficatissima strada provinciale, e sicuramente non in antitesi a un servizio di trasporto ferroviario».
Nella lettera si ricordano anche le ingenti spese sostenute da Regione e Provincia per la Cuneo Mondovì, dalla ricostruzione del ponte sul Gesso al rinnovo dell'armamento e della segnalazione ai sovrappassi delle tangenziali.
«Senza contare che lo smantellamento della ferrovia e la sua trasformazione in pista
ciclabile comporterebbero certo costi esosi: un investimento che sarebbe forse più utile
destinare a valutarne la riattivazione, magari in concomitanza con altre tratte dismesse
negli anni passati in Provincia e in Regione, come la Ceva - Ormea, la Cuneo - Saluzzo e
la Alba - Asti/Alessandria, nell’ottica di sistema e di rete che è sempre stata portante
per il trasporto pubblico. In tal senso, basti pensare al ruolo che la tratta Cuneo -
Mondovì potrebbe avere per i collegamenti con la Liguria, verso Savona e Genova, tanto
in chiave commerciale, quanto in chiave turistica, velocizzando ad esempio il
raggiungimento delle piste da sci delle nostre magnifiche vallate».
La missiva si conclude auspicando una mobilità sostenibile avanzata, al passo coi tempi, inserita in un sistema integrato tra treno e autobus.
«In tal senso, sarebbe ora di fondamentale importanza che le Province tornassero ad
assumere quel ruolo di massimo rilievo che avevano in passato, ereditando dalla Regione almeno parte delle competenze relative alla programmazione del trasporto pubblico locale e facendosi nuovamente le prime portatrici delle varie e diverse istanze del territorio. In conclusione, forse non sarà possibile riaprire la ferrovia nell’immediato, ma sicuramente diventerà un’opera fondamentale e irrinunciabile nei prossimi anni. Smantellarla sarebbe un errore gravissimo».