L’ANALISI – Decessi 2020: mai così tanti morti in 30 anni

Pubblichiamo, per la prima volta on line, il report completo condotto dal nostro giornale la scorsa settimana: il raffronto dei decessi 2020 con i 30 anni precedenti.

Nel 2006 Mondovì ha contato solo 206 decessi. Nel 1990, ben 290. Ma mai, negli ultimi 30 anni, si era raggiunta la cifra che si è toccata nel 2020: 316 morti. Nella media degli ultimi tre decenni il tasso di mortalità è stato dell’1,17% , e in tre decenni non è mai andato oltre 1,31%.Quest’anno è stato del 1,42%.

L’ANALISI
Un mese fa, come a ogni inizio anno, L’Unione Monregalese pubblicava i dati relativi all’anagrafe 2020. Quell’occasione emergeva piuttosto chiaramente che il numero dei decessi dell’anno (316) era molto più alto del solito. E, pertanto, allo scopo di dare ai lettori una panoramica, ci è parso interessante compararli con quelli dei 15 anni precedenti. Alcuni lettori, molto attenti ai numeri, ci hanno fatto notare che un simile dato era interessante ma parziale: mancava il rapporto con la popolazione residente, per esempio. E il periodo preso in esame (15 anni) poteva apparire breve. Così abbiamo chiesto agli Uffici comunali – che ringraziamo per l’enorme supporto – di fornirci una panoramica storica di 30 anni indietro, fino al 1990. E i numeri parlano chiaro.

Mondovì è una città in cui la popolazione è variata pochissimo in tre decenni. E per giunta, se si guardano gli anni con le maggiori variazioni, l’impressione è che a incidere siano stati più i censimenti che le immigrazioni o le emigrazioni. La città resta stabile attorno ai 21-22 mila abitanti. Su una popolazione così immobile (o quasi), un’analisi del tasso di mortalità è non solo possibile ma parecchio attendibile. Gli anni col minor numero di decessi in città sono stati il 2006 (206 morti) e il 2008 (222), con un tasso di mortalità rispetto alla popolazione sceso di poco sotto l’1% (0,93% 0,99%). La media trentennale 1990-2020 è di 262 decessi all’anno. Ed ecco che il confronto col 2020 viene fuori in tutta la sua – triste – nitidezza.

Il 2020 conta, come dicevamo, 316 decessi e un tasso di 1,42%. Non era mai successo, in 30 anni, che si raggiungessero questi numeri. Il totale è superiore di 55 unità al dato medio. Diciamolo in parole semplici: rispetto alla media, ogni 10 morti ce ne sono stati 2 in più; e anche a paragonarlo all’anno con più decessi (il 1990), ogni 10 persone decedute ne è morta 1 in più. È uno scarto così alto che, se incluso nel calcolo, fa alzare la media trentennale di ben 2 punti. Ma non solo: lo scarto percentuale che passa dal tasso di mortalità del 2020 a quello medio è così alto che non si era mai verificato neppure se si prende come punto di partenza l’anno con meno morti di tutti, il 2006. Tradotto, per chi non ha testa per farsi i calcoli: in 30 anni, non si era mai registrata una variazione di questo tipo. Mai.

CONCLUSIONI - C’ENTRA IL COVID?
Ora veniamo alla domanda che tutti si potrebbero (e dovrebbero) fare a questo punto: c’entra il Covid? La risposta più logica è che una quantità di decessi simili, registrati proprio nell’anno della pandemia, è un po’ grossa per essere una coincidenza. Anche i numeri dei decessi Covid del 2020 combaciano. Ma, parimenti, qualcuno potrebbe obiettare che le cause sono altre: le mancate cure per patologie minori, per esempio. E dunque? Dunque, se la domanda è «in questo aumento mai raggiunto di decessi, c’entra il Covid?», la risposta per noi è: ogni lettore, in coscienza, ci rifletta e tragga le sue considerazioni. Poi, a voce, dica pure quel che vuole.

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