Verrà inaugurata a Carrù, in piazza Divisione Alpina Cuneense, il prossimo venerdì 28 ottobre alle ore 10 una panchina rossa simbolo della sfida culturale alla violenza di genere. Una panchina che verrà dedicata alla memoria di tutte le donne vittime di violenza. L’iniziativa di venerdì 28 ottobre è promossa e realizzata dal Coordinamento di Genere dei Pensionati Cisl cuneesi in collaborazione con il Comune di Carrù.
La giornata si inserisce nell’ambito del progetto voluto e realizzato dal Coordinamento di Genere dei Pensionati Cisl cuneesi “Una panchina al mese perché un giorno solo non basta”. Un progetto che presenta due peculiarità. In primo luogo l’estensione territoriale: il progetto punta infatti a coinvolgere quanti più comuni possibili della nostra provincia. Secondo aspetto caratterizzante è il fatto che le giornate in cui si celebra l’inaugurazione vedono sempre la presenza da protagonisti degli uomini.
Nel corso della mattinata, che verrà moderata da Lina Simonetti (segretario provinciale dei Pensionati Cisl cuneesi), interverrà il sindaco di Carrù Nicola Schellino. Ad aprire i lavori i saluti del responsabile dei Pensionati Cisl monregalesi, Luciano Borsarelli. Sarà protagonista una delegazione delle Scuole. Ci sarà poi la performance del cantautore Luca Occelli. Tra gli interventi si registra quello di Giuliana Turco per il Centro d’ascolto “Orecchio di Venere”. Sarà presente anche la Comandante dei Carabinieri della stazione di Carrù Maria Grazia Piperis.
«La presenza attiva degli uomini in ogni tappa di questo percorso – analizza Lina Simonetti segretaria pensionati Cisl cuneesi e ideatrice del progetto – costituisce il valore aggiunto insieme al coinvolgimento delle scuole. Quanto sta avvenendo in Iran, nelle piazze di Teheran e di tutto il Paese, ci mostra con evidenza quanto la forza di una protesta per i diritti delle donne diventi dirompente se tra i protagonisti vi sono anche gli uomini. La violenza di genere si combatte tutti insieme. A Carrù il nostro progetto si legherà idealmente alla storia di coraggio del popolo iraniano. Racconteremo un po’ della loro forza sperando che essa non solo aiuti loro ma che possa essere linfa vitale anche per noi. Che sia uno stimolo alla nostra battaglia di civiltà che inizia educando in particolare i più giovani. E’ in giovane età che ci si forma in modo più profondo. Per noi donne questa battaglia, che combattiamo da troppo tempo da sole, potrà vedere una svolta positiva solo dando agli uomini un ruolo attivo in questo percorso culturale e formando le giovani generazioni al rispetto come valore universale».