Mischiare porcellane di Capodimonte col cibo spazzatura dei fast food? Oppure il romanticismo ottocentesco con gli iPod o Tablet contemporanei? Questa è la sfida artistica di Francesco De Molfetta, abile ad amalgamare l’estetica raffinata della ceramica di qualità con gli emblemi del consumismo estremo contemporaneo. Ma i suoi lavori non si limitano soltanto a quest’ultimo tema, prima però conosciamo un po’ meglio l’artista.
Classe 1979, De Molfetta in arte “DEMO”, vive e lavora a Milano, è attivo dal 2000 quando è stato scoperto dal gallerista di arte povera Franco Toselli. Da allora espone nelle gallerie di tutto il mondo e collabora con alcuni tra i più prestigiosi marchi di abbigliamento, auto e strumenti musicali. Nel 2010 l’opera “Lourdes Vuitton” crea grande scalpore alla Biennale d’Arte Sacra, per la sua natura provocante (una Madonna che indossa un abito di Louis Vuitton). Artista a tutto tondo, i suoi cortometraggi sono stati apprezzati e premiati col riconoscimento l’Ambrogino d’Oro; nel 2017 la Triennale di Milano gli dedica una sala.
La storia millenaria della ceramica incontra gli ultimi derivati della tecnologia, De Molfetta scherza su questo bizzarro rendez vous mostrando tutta la forza ironica della sua arte. Ecco quindi che le statuine romantiche del passato si armano di cellulari, mettendo in comunicazione corteggiatori e dame, pronti a darsi appuntamento sotto pergolati sponsorizzati McDonalds, oppure scene pastorali dove vediamo portare in dono all’amata Tablet e PC portatili. Non c’è in questo una denuncia alla società contemporanea, ma bensì uno scrutare delle sue dinamiche attraverso quei mezzi che possono essere l’ironia, una velata provocazione e il gioco. Proprio quest’ultimo è un aspetto cruciale dell’arte di DEMO, che non lo utilizza solamente nelle forme degli oggetti che realizza ma lo estende in quell’esercizio semantico alla base della composizione dei titoli delle opere, in cui l’illimitato panorama linguistico a disposizione viene sfruttato nella maniera più arguta possibile. “Vasi comunicanti” si presta alla perfezione a questo gioco di parole, i due vasi di cui si compone l’opera, sono decorati utilizzando gli emblemi del LIKE per lui e dell’APPLE per lei, i simboli della comunicazione odierna, arcinoti nell’immaginario collettivo globale.
De Molfetta sfrutta ironicamente anche il suo marchio DEMO, utilizzandone la parte MO che condivide con MOndovì, così viene battezzata una delle opere site-specific create appositamente per questa mostra. Un’occasione per omaggiare la tradizione ceramica monregalese utilizzandone la classica decorazione a spugna locale con i motivi tradizionali, che si possono ammirare anche nell’opera “Hot Dog”, con la riproduzione di un cane di razza Basset. Non è il solo animale protagonista dell’esposizione, troviamo infatti il cane e i gattini di “Dog-sitter” ei topolini di “APOS-topi”, per poi arrivare al lavoro di maggiore impatto e che apre il percorso della mostra. “Porc-cellana” evidenzia lo sfruttamento a scopo consumistico del maiale, l’animale forse più perseguitato da questo punto di vista. La sua testa mozzata è offerta su un lussuoso piatto griffato dai noti marchi di fast food, mentre il destino alimentare dell’animale viene mostrato sulla superficie della sua sagoma. Il tema spinoso del trash food traspare non solo in questo lavoro, ma anche da numerosi altri pezzi, che ci illustrano come il cibo spazzatura nascosto sotto maschere rassicuranti e pubblicità invitanti, siano votate a calamitare l’attenzione dei più piccoli, allo scopo di contaminare da subito le future generazione, seriamente sotto la minaccia di un disordine alimentare di massa.
Una mostra che non vuole essere solo un’esposizione di oggetti di altissima qualità o di sprizzante vena ironica, ma che offre ad ognuno la possibilità di riflettere, sia in maniera personale che collettiva. Mantenendo la sua natura tradizionale e il suo riflesso contemporaneo. Integrati e mescolati con le ceramiche esposte permanentemente nel museo le opere di “DEMO” sono collegate da un ideale filo conduttore legato al colore nero, ricordiamoci però che all’artista piace giocare anche con la nostra attenzione.
APERTURA MOSTRA
Venerdì e Sabato ore 15-19
Domenica ore 10-19