Stava tornando dalle vacanze negli USA, ha fatto scalo a Bruxelles: e si è trovato nel mezzo della strage. «Sto bene - ci dice Lorenzo -, per fortuna non ero ai check in ma nella zona di transito».
L'ATTENTATO ALL'AEROPORTO DI BRUXELLES - AgenSir
Lorenzo L. veniva dagli Stati Uniti e stava rientrando a Milano, ha fatto scalo in Belgio per cambiare volo. Ci parla al telefono mentre è ancora all'aeroporto: «Stavamo attraversando l'area di transito - racconta -, avevo fatto il check-in alle 7 del mattino. All'improvviso ci siamo accorti che stava succedendo quacosa. Ho visto una gran quantità di gente che correva: decine, centinaia». A quel punto, comprensibilmente, è stato il caos: «Ho sentito gente che urlava, altoparlanti, sirene che suonavano. Dalla mia posizione non ho sentito rumori di spari. L'aeroporto è stato immediatamente evacuato e siamo stati fatti uscire, passando dalle piste».
Le informazioni per chi è bloccato là sono quasi inesistenti: «Io sto bene, ma qua la situazione è davvero tesa. Nessuno ci spiega come stanno le cose, le informazioni le ho sapute dall'Italia, ho subito telefonato per far sapere che stavo bene. Ho saputo da voi che ci sono stati 23 morti. In questo momento siamo nella zona di cargo, da circa due ore. Ci hanno detto che ci sposteranno con dei pullman e che tutti voli sono bloccati per almeno 48 ore».
Alberto Cirio, europarlamentare cuneese, ha rischiato per un pelo di trovarsi nel bel mezzo del tremendo evento: «Avrei dovuto prendere l’aereo da Milano alle 6,50 che atterra a Bruxelles alle 8 – ci dice al telefono da Milano –. Ma lunedì avevo un impegno in Liguria, per la presentazione del PSR, che mi ha trattenuto fino a tardi, e ho deciso di slittare salendo sul volo delle 11. Una coincidenza… non so cosa dire. Ora sono bloccato a Malpensa, non so cosa potrò fare».