Domenica, per l’ultimo giorno d’apertura dell’edizione 2016 di Magnificat, fuori dalla biglietteria c’era la ressa da grandi occasioni e la gara all’ultimo biglietto non è bastata per garantire a tutti i visitatori accorsi un posto nell’ultimo viaggio alla scoperta delle meraviglie barocche del Santuario di Vicoforte. In centinaia, sono rimasti con i piedi a terra e hanno dovuto far ritorno a casa a mani vuote, in attesa delle prossime aperture. Una situazione che il preparatissimo staff di Magnificat ha dovuto affrontare a malincuore, ma che dall’altro è uno dei tanti piccoli miracoli del progetto. Vedere centinaia di persone radunate per ascoltare e scoprire la storia di un monumento barocco, in paziente attesa per vivere l’esperienza di salita alla cupola, non è una cosa che capita tutti i giorni: «È un progetto – commenta il responsabile Nicola Facciotto, a nome di tutto il personale – che ci sorprende tutti i giorni. In genere ai convegni ci si interroga su come coinvolgere il pubblico, come convincere i visitatore ad avventurarsi alla scoperta dei monumenti. Qui, abbiamo avuto il problema opposto».
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Sold-out da tre mesi
Magnificat è per natura un evento. Prima di tutto perché non è soltanto una visita, ma una vera e propria esperienza. In secondo luogo, perché, anche per ragioni di sicurezza e climatiche, resta un percorso culturale limitato ad alcuni periodi dell’anno. «Una formula – continua Facciotto – che ci costringe anche ad una “capienza limitata”». Così, anche quest’anno, le presenze sono state praticamente in linea con l’edizione passata: circa 25 mila visitatori, il massimo. «L’evento è stato sold out nei weekend degli ultimi tre-quattro mesi, siamo davvero soddisfatti».
L’anno dell’estero
«La dinamica di questa seconda edizione – continua Facciotto –, a leggerla oggi pare quasi scontata, logica. Ma non ci aspettavamo certo questi numeri. La prima edizione dell’evento è stata quasi interamente “saturata” dai monregalesi e dai cuneesi. Quest’anno, è stata la volta degli stranieri: in moltissimi sono arrivati dall’estero alla scoperta della cupola ellittica più grande del mondo». E il personale di Magnificat (forse il primo segreto del successo dell’iniziativa), professionale, formato, preparato anche dal punto di vista della comunicazione, ha saputo rispondere alle esigenze del nuovo pubblico, garantendo visite guidate in diverse lingue, adatte a tutti i visitatori.
Il futuro e il modello da esportare
Con questi numeri, la cooperativa sociale “Kalatà” non può che guardare al futuro, a nuove sfide, a nuovi progetti per fare cultura. Prima di tutto lì dov’è nato Magnificat, all’ombra della cupola di Vicoforte, che rimarrà il cuore dell’attività culturale della società cooperativa, ma non solo. Il “Modello Magnificat” è infatti diventato un vero e proprio “prototipo” da esportare in altre realtà. «Non significa – conclude Facciotto –, che altri monumenti verranno aperti al pubblico con le stesse modalità di fruizione del Santuario, ma che il modello, con i suoi valori fondanti, deve essere ripetibile. Quali sono questi valori? L’investimento privato, ovvero la valorizzazione del patrimonio culturale tramite il coinvolgimento di sponsor privati; la divulgazione accessibile dei contenuti, che possano essere fruibili dal pubblico di larga scala; ed infine il concetto di esperienza, per la sostituzione della visita tradizionale con un percorso indimenticabile». Una proposta che ha preso il nome di “Modello Opera” e che il gruppo “Kalatà” ha già presentato a Mantova, Lecce, Faenza, Riva del Garda. Si chiude un’edizione, dunque, e si aprono nuove sfide per il futuro, con una certezza: la cupola ellittica più grande del mondo, con i suoi seimila metri quadrati d’affresco e i suoi prodigi architettonici, continua ad incantare i visitatori, che già attendono le aperture straordinarie. Un regalo che “Kalatà” ha deciso di farci per Natale.