Magari non abbiamo molti liquidi, ma la… liquidità sembra il nostro habitat, purtroppo

    i ha lasciato Zygmund Bauman, sociologo polacco. Aveva 91 anni. Si è mobilitato per individuare e proporre qualcosa di solido a cui aggrapparsi, mentre nell’aria spira l’invito subdolo a profittare del “tutto friabile”

    Ci ha lasciato Zygmund Bauman, sociologo polacco. Aveva 91 anni. Era ebreo. Riparò in Urss, quando i nazisti invasero la Polonia. Finì anche nelle truppe russe che liberarono Berlino. Poi l’adesione al marxismo, da cui progressivamente si distaccò, fino ad approdare a Leeds in Inghilterra (ove poi ha vissuto fino alla morte di pochi giorni fa) coltivando una lucida analisi della modernità e della post-modernità. Un’immagine lo rese famoso, quella legata alla “società liquida”, per cogliere uno dei tratti emblematici del nostro vivere globalizzato. Infatti, col libro “Modernità liquida” del 2000, Bauman pone all’attenzione ciò che è friabile in mezzo a noi, nelle nostre mani, nelle nostre coscienze, nel nostro tempo. Una intelligenza, la sua, che ha aperto gli occhi a tanti, che ha pungolato ulteriori riflessioni, che ha richiesto altre risposte. “Sono pessimista a breve termine, ottimista a lungo termine”, diceva con intuizione venata da humor anglosassone. Ma non si è limitato ad osservare ed a scavare d’attorno, si è mobilitato per individuare e proporre qualcosa di solido a cui aggrapparsi, mentre nell’aria spira l’invito subdolo a profittare del “tutto friabile”, per lasciarsi andare, per finire nell’onda (magari travolti), per cogliere l’attimo sfuggente e banale. La solidità nella liquidità è solo rappresentata dalle persone che ci credono, che non si arrendono, che ce la mettono tutta (nonostante tutto). Sono le persone che resistono a quanto rotola via. Eh, sì, anche le persone invecchiano e si logorano, ma quanto esprimono in termini di legami forti, di etica robusta, di legami veri, di passioni ideali… diventa ancoraggio di valore. Perchè l’umanità che genera amore è umanità che non si liquefà. E’ la roccia – direbbe il Salmo – su cui ognuno può restare abbarbicato senza paura.
    Interessanti le annotazioni su “Avvenire” da parte dei sociologi Chiara Giaccardi e Mauro Magatti: “Nell’epoca in cui la figura del padre sbiadisce, dopo essere stata attaccata, bruciata sulle barricate e poi lasciata un po’ in disparte, ci sono uomini che ci piace chiamare, con gratitudine, padri. Un padre non è chi ha tutte le risposte, ma chi non smette di farsi domane. Un padre sa ammettere, anche davanti ai propri figli, di avere sbagliato, quando succede; e questo non gli toglie dignità e autorevolezza, anzi. Un padre tiene al bene dei propri figli più che al proprio. Si lascia interrogare, non fa preferenze. Soprattutto un padre desidera che i figli siano in armonia tra loro, e siano liberi. Nella società senza padri, Zygmund Bauman è stato un padre”. Non solo nella prospettiva della sociologia pensata in profondità, ma dentro le pieghe della nostra società in cui abbiamo bisogno di punti di riferimento non ripiegati su se stessi ma capaci di domande, di intuizioni, di verità scomode, di richiami controcorrente, di lezioni fuori dal coro.
    Ascoltai il 7 novembre 2002 Zygmund Bauman, a Roma quando fu invitato dalla CEI a tenere la relazione portante al convegno nazionale su “Parabole mediatiche: fare cultura nel tempo della comunicazione”. Si occupò ovviamente della mole enorme di news che già quindici anni fa invadevano il nostro vivere, e ne disegnò la possibile deriva nella misura in cui non ci si lascia interpellare dalle innumerevoli persone sofferenti in ogni dove. Imperdonabile il rischio di finire nel ruolo di spettatori a distanza, magari distratti, indifferenti. Perché – anche al di là della qualità delle informazioni a tamburo battente – il nodo decisivo è quello di farsi carico, assumendo un impegno civile, uscendo da comodi salotti mediatici. Già, la profezia di un testimone che aveva a cuore le luci da accendere, in un contesto di confusione e di smarrimento.

    Piazza Ellero, il Comune di Mondovì costretto trovarsi con entrambe le tettoie chiuse

    Mondovì Breo potrebbe trovarsi, per un tempo indefinito, con entrambe le tettoie del mercato chiuse per lavori. Una bella grana, che casca in testa al Comune senza che ci sia molto da fare per...

    Traffico in tilt a Ceva: il sindaco incontra il referente Anas

    A poche ore di distanza dai disagi alla viabilità che si sono verificati durante il ponte del 25 Aprile nel Cebano e nella Valle Tanaro, il sindaco di Ceva Vincenzo Bezzone ha incontrato il...

    25 Aprile a Magliano: il sindaco Bailo ha ricordato il partigiano “Gabbi”, Pietro Burdisso

    Giovedì 25 aprile, in occasione delle celebrazioni per la Festa della Liberazione, il Comune di Magliano, le Associazioni del paese e i cittadini si sono ritrovati sulla piazza del municipio. Dopo l’alzabandiera del Gruppo...

    A Mondovì nasce la Comunità energetica “MondoCER”: fotovoltaico sul tetto del CFP

    Nasce a Mondovì "MondoCER", la comunità energetica cittadina per produrre energia da fonti rinnovabili: un impianto fotovoltaico installato sui tetti del CFP, il Centro di formazione professionale al "Beila". Un impianto da 20 kWp...

    “Dietro la collina”: il nuovo romanzo di Paolo Fiore

    Angelo Branduardi, Simon and Garfunkel e adesso Francesco De Gregori: l’ultimo capitolo delle “Storie del Monte Regale” partorite dalla fantasia di Paolo Fiore come i due precedenti porta nel titolo un riferimento musicale, nella...
    gruppo figli genitori separati

    Gruppo di ascolto e confronto dedicato ai figli dei genitori separati

    Diamo voce ai nostri figli! A Mondovì un Gruppo di ascolto e confronto dedicato ai figli dei genitori separati Lo studio “La Giraffa - Professionisti per la gestione del conflitto”, nell’ambito delle iniziative avviate, propone...