Il “Mortorio” di Garessio non è solo una Sacra rappresentazione, come altre che nel periodo pasquale vengono portate in scena in tante località italiane, ma è – con la ripetizione nel tempo di quello stesso testo – uno dei documenti storici che uniscono le generazioni e le fanno appartenere quasi ad un “discendenza” privilegiata. Una sensazione già provata quando, 47 anni fa, (scrivevo allora per la “Gazzetta del Popolo”) mi avvicinai per la prima volta alla manifestazione garessina, raccogliendo informazioni e curiosità dal prof. Massimo Negro, preside della locale Scuola media, presidente della Commissione artistica del 1970 e uno degli storici garessini che si interessarono sulle origini della “Sacra rappresentazione”.
LE FOTO (Raffaele Sasso)
«Il Mortorio – raccontò – è nato con la città di Garessio ed è un naturale vanto dei suoi abitanti. Ha resistito intatto all’usura del tempo ed ai travagli degli uomini, ha sospeso le rappresentazioni anche per periodi abbastanza lunghi, come durante le campagne napoleoniche in Italia e durante le due guerre mondiali, ma poi è sempre ritornato in scena, con una periodicità di una volta ogni cinque anni. Il testo di questa “Sacra rappresentazione” si è mantenuto inalterato ed è tutt’ora composto da endacasillabi o settenari, conservando ancora le cadenze e le rime dell’italiano dialettale del Quattrocento. Quello che invece ha subito qualche aggiunta è la rappresentazione che agli inizi si svolgeva in una unica scena, quella della “Deposizione del Cristo”. Nel tempo si aggiunsero 4 quadri iniziali comprendenti la “Coena Domini” con cui si apre la rappresentazione, “l’Orto dei Getsemani“, il “Rinnegamento di Pietro” ed il “Processo al pretorio di Pilato”. Poi prima della “Sacra rappresentazione” medioevale, rimasta immutata, c’è il “Monologo di Giuda” che fu introdotto nel 1946».
Parole sempre d’attualità, che conferiscono al “Mortorio” anche quella sacralità, densa di commozione, che lo stesso ambiente della Chiesa di San Giovanni contribuisce a far rivivere agli spettatori.
Nelle foto a lato: in alto Maria Maddalena copre con un sudario il corpo di Gesù; di fianco Enrico Salvatio, resposabile commissione tecnica, e Consolata Morbelli (Maria Maddalena).