La frana di Piazza finisce sotto la lente della magistratura. In Procura a Cuneo ora c’è un fascicolo aperto per fare luce sulle cause dello smottamento che ha causato il crollo di una parte dell’Istituto Alberghiero “Giolitti”. Ce lo conferma il procuratore capo di Cuneo, la dottoressa Francesca Nanni: «L’indagine è a carico di ignoti – afferma –, l’ipotesi è quella di crollo colposo. Vogliamo accertare se vi sia una qualche forma di responsabilità su quanto è avvenuto». L’ipotesi di reato è di “disastro colposo”, che si applica a crolli o frane dietro a cui può sussistere una responsabilità da parte di qualcuno. Ed è proprio questo che la Procura vuole scoprire: se, per negligenza o omissione, vi sia una forma di colpa dietro quel crollo.
Il sito finisce sotto sequestro
Tutta l’area oggi è finita sotto sequestro preventivo, i sigilli della Procura sono stati affissi ai pannelli che circondano il sito. L’indagine sarebbe scatta nei giorni immediatamente successivi al crollo, dopo la segnalazione da parte delle Forze dell’ordine. Anche se al momento non sono stati emessi avvisi di garanzia (nessuno è iscritto nel registro degli indagati), l’avvio dell’indagine avrà pesanti ripercussioni su tutta la vicenda. Quasi sicuramente a Procura chiederà di acquisire tutta la documentazione stilata dai tecnici del Comune e di Mondo Acqua. L’accertamento delle cause e l’indagine sulle responsabilità potrebbero trascinarsi per mesi.
Il crollo e le ipotesi
La frana si è staccata dalla collina di Piazza la mattina del 29 novembre, verso le 10. Le scuole erano chiuse per le vacanze di Natale. La terra si è staccata a pochi metri dall’Alberghiero, travolgendo una cabina del gas e tranciando la conduttura. Tonnellate di terra sono piombate sulla palestra di Metavia, sfondando una finestra e riversandosi negli spogliatoi. L’aria si è riempita di gas, la collina di acqua e fango lasciando il vuoto sotto la “torretta” dell’Alberghiero, una parte della palazzina più recente dell’Istituto. La sera, poco dopo le 18, la “torretta” ha ceduto ed è crollata. Esistono delle ipotesi su quanto è accaduto. La causa potrebbe essere legata a quella che l’Arpa ha definito «un’anomala presenza di acqua» nel terreno. Una quantità di acqua grossa, molto grossa, evidente fin dal primissimo istante in cui la frana si è staccata e che non sarebbe collegata a un’infiltrazione nel terreno (da pioggia o neve) ma – forse: in queste circostanze i condizionali sono d’obbligo – a una perdita. In quel tratto scorrono molti tubi, al servizio delle scuole e dei loro impianti anti-incendio.
Non sarà facile capire.
L’Alberghiero per ora resta interamente chiuso. Quando potrà riaprire? Martedì 9 gennaio il Comune ha incontrato il geologo a cui ha affidato l’incarico di relazionare: «Dobbiamo attendere i controlli sulla sicurezza, di competenza della Provincia, per capire quando si potrà tornare a utilizzare il vecchio corpo di fabbrica». Con la torretta crollata, la scuola è priva di uscita di sicurezza. Serviranno altre verifiche. Ma ora il sequestro ha bloccato tutto.