Quei "botti" sparati dal ristorante verso Carassone, nei giorni prima di Natale, non sono una novità. la novità è però una presa di posizione, attraverso il notiziario rionale, del Centro anziani carassonese. Che scrive: «Anche quest'anno nella settimana che precede il Natale, verso le 23 abbiamo fatto un sobbalzo sulla poltrona dinnanzi al televisore o se già a letto siamo stati svegliati di brutto nel primo sonno dai botti dello spettacolo pirotecnico che viene realizzato nei pressi di un noto ristorante». È questa la presa di posizione del Centro anziani su una questione che si ripete ogni anno e che, come quasi tutti sanno a Mondovì, sarebbe legata alla festa di fine anno di una storica industria monregalese (non aggiungiamo i nomi, perché si tratta di dettagli privati irrilevanti al fine della notizia). «La cosa si ripete ormai da diversi anni – si legge sul "Notiziairio" –. I fuochi artificiali durano sempre una ventina di minuti».
I fuochi sono stati "sparati" ieri sera - venerdì 21 dicembre -, e a Mondovì se ne sono accorti in tanti. Su facebook sono fioccate le lamentele, forse perché quest'anno il rumore avvertito è stato maggiore. Va però precisato, e questo è molto importante, che chi li ha fatti aveva un'autorizzazione del Comune, rilasciata come licenza dall'Ufficio di polizia amministrativa. Quindi, dal punto di vista formale, non esiste violazione di sorta.
Da qui in poi, è solo questione di opinioni, fra rispetto e tolleranza reciproca. «Suggeriremmo sommessamente a questi signori un modo più interessante per farsi ricordare come persone e come azienda - scrivono ancora dal Centro anziani - , ossia quello di costituire una Onlus su cui versare negli anni la spesa dello spettacolo pirotecnico, poi quando vi sia un modesto gruzzolo individuare un bene artistico della città che cade in rovina e ormai ve ne sono tanti ( una facciata , un fabbricato ecc. ) e fare il necessario restauro. Una targa e dei documenti ricorderanno nel tempo il nome della persona o della ditta che è intervenuta. Questo potrà essere una buona pubblicità e anche gli stessi dipendenti nel rimirare quanto fatto potranno essere fieri di avervi contribuito rinunciando ai venti minuti annuali di goduria per gli occhi».