Huvepharma: «Non vogliamo lasciare Garessio, ma quel ponte va eliminato»

Parla l'ad Nicola De Risi: «La proprietà vuole garanzie sulla soluzione del problema del ponte a monte dello stabilimento, altrimenti la permanenza dell'azienda a Garessio viene messa in discussione»

Huvepharma: «Non vogliamo lasciare Garessio, ma quel ponte va eliminato»
Huvepharma: «Non vogliamo lasciare Garessio, ma quel ponte va eliminato»

Huvepharma: «Non vogliamo lasciare Garessio, ma quel ponte va eliminato». Le parole dell'amministratore delegato, Nicola de Risi, non lasciano spazio a dubbi. La Huvepharma non ha intenzione di abbandonare Garessio, ma occorre trovare una soluzione per il ponte che porta allo stabilimento: «La proprietà vuole garanzie sulla soluzione del problema del ponte a monte dello stabilimento, altrimenti la permanenza dell'azienda a Garessio viene messa in discussione». L'azienda, infatti, ha subito parecchi danni dall'alluvione che, nella notte tra il 2 e 3 ottobre, ha colpito tutta la Valle Tanaro.

Huvepharma: «Non vogliamo lasciare Garessio, ma quel ponte va eliminato»

«Ci stiamo impegnando tanto per rimettere in funzione tutte le linee di produzione – spiega De Risi – perchè Huvepharma, in particolare la famiglia Domuschiev, proprietaria della multinazionale bulgara, per il momento non ha nessuna intenzione di abbandonare questa realtà. Però è evidente che vuole dei segnali chiari e decisi da parte di chi, ad oggi, non aveva rispettato determinate promesse che erano state fatte. Un eventuale ed ulteriore ritardo nell'eliminazione del ponte a monte dello stabilimento e nella soluzione di quella problematica senz'altro potrebbe mettere in discussione tutto. Perchè, a parte i danni che ci sono stati, che devono essere in qualche modo coperti, la realtà concreta è che deve essere eliminato quello che ha causato questo disastro, ovviamente tenendo conto della particolarità delle condizioni meteo a cui abbiamo assistito l'altra notte. Tuttavia, in funzione degli studi fatti, delle informazioni e dei dati tecnici a disposizione, c'erano cose che andavano fatte e non sono state fatte: la proprietà adesso vuole queste certezze».

Parole chiare, dunque: si intervenga o l'azienda potrebbe andarsene. Intanto, come detto dallo stesso amministratore delegato, proseguono i lavori di rimozione di fango e detriti dallo stabilimento e di ripristino delle linee di produzione colpite dalla piena del tanaro.

Oggi, grazie al supporto di Aib e Protezione civile, a cui si unisce il costante lavoro dei dipendenti, oltre 300 persone sono impegnate nel completamento della pulizia di tutto lo stabilimento da fango e legname, per poi permettere di entrare negli impianti e fare manutenzione. Gli impianti di produzione dovrebbero cominciare a ripartire, poco per volta, da lunedì 19 ottobre. Per tornare pienamente a regime serviranno un mese e mezzo-due mesi. «Non abbiamo usufruito di cassa integrazione e altro perché il nostro personale ha grande senso di appartenenza e spiccata responsabilità: tutti sono stati da subito disposti a rimboccarsi le maniche e collaborare» conclude De Risi.

 

 

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