È notizia di due giorni fa - LEGGI QUI - che il Comune di Mondovì ha incontrato i tecnici dello studio ACRADIS di Milano, a cui ha affidato la progettazione di uno studio di fattibilità per trasformare la Cittadella "Emanuele Filiberto" in un "campus dell'arte performativa e della musica". Ma perché su questo tema non si è mai riusciti a "trovare una quadra"?
La Cittadella "Emanuele Filiberto", nel corso del passato, ha ospitato prima gli Alpini e poi la Scuola allievi della Guardia di Finanza. Ma è abbandonata da decenni. E in stato di pesantissimo degrado: le coperture sono danneggiate, i muri in rovina, i locali colmi di infiltrazioni.
Negli anni si è cercato in tanti modi, e con tante idee diverse, di trasformarla in struttura scolastica - prima pensando alla nuova sede del Politecnico, poi (già nel 2015 e ben prima della frana) all'Alberghiero con scuola e locali ricettivi -, sempre senza esito.
A partire dal 2018, dopo la frana all'Alberghiero, l'attenzione sull'ex caserma Galliano si è risollevata: si era tornati sul tema ipotizzando di ri-convertirla per la costruzione del nuovo edificio delle Scuole superiori necessarie alla cittàò. Nacque il "Comitato Cittadella", si effettuarono sopralluoghi.
Infine si apprese che l'Agenzia del Demanio, proprietaria dell'immobile, sarebbe stata disposta a metterla in vendita. E fu qui che il Comune, dopo i verdetti della "Commissione per gli edifici vuoti" (che indicò la Cittadella come prima scelta da riconvertire a scuola superiore) chiese e ottenne un colloquio col Demanio. Una lunga serie di dialoghi, andati a rilento. E di tutto questo non se ne farà nulla.
Come mai? Perché ci sono difficoltà di ogni genere, nel recupero della Cittadella. Difficoltà legate, prima di tutto, alla proprietà e disponibilità del sito: il complesso militare è di proprietà dell'Agenzia Demaniale, ma è anche vincolata dalla Soprintendenza in quanto bene di pregio storico. E ovviamente ci sono difficoltà economiche: per recuperare il solo padiglione "Bertolotti", la costruzione che si affaccia sul piazzale, servirebbero 10-12 milioni di euro. Tutte difficoltà superabili... a condizione di avere un progetto valido e, soprattutto, i soldi per realizzarlo.
Ecco perché adesso il Comune si gioca la carta del PNRR: per ottenere i soldi. Il mega progetto della "Cittadella delle Arti e della Musica" punta molto più in alto: 50 milioni, forse anche di più. Traguardo fantasmagorico. «Il quadro proposto da ARCADIS dovrà definire una strategia di area vasta - spiegano dal Comune -. Per farlo, lo studio avvierà un dialogo con le realtà coinvolte nel progetto: Fondazioni, Demanio e Soprintendenza, per comprendere e definire gli standard necessari allo sviluppo dell’opera e comporre – entro la fine di aprile – gli scenari sui quali innestare il progetto a cui seguiranno i colloqui con i possibili investitori. Ruolo del Comune sarà, progetto-studio alla mano, cercare di ottenere i fondi necessari alla realizzazione, anche attraverso la partecipazione a bandi di finanziamento pubblico. Ecco perché il progetto è già stato candidato al Pnrr all’interno del dossier Next Generation Piemonte, nel capitolo “M2” relativo alla “Rivoluzione verde e transizione ecologica, efficienza energetica e rinnovamento degli edifici”».