Sconto sulla benzina: Governo al lavoro per ridurre le accise. Ma la riduzione sarà di soli 15 centesimi al litro?

Pronto il decreto "taglia-prezzi" che utilizzerà l’extra-gettito dell’Iva per abbassare il costo dei carburanti. Intanto i rincari hanno pensati ripercussioni anche sul "carrello della spesa"

Sconto sulla benzina: Governo al lavoro per ridurre le accise. Ma la riduzione sarà di soli 15 centesimi al litro?
Sconto sulla benzina: Governo al lavoro per ridurre le accise. Ma la riduzione sarà di soli 15 centesimi al litro?

Sconto sulla benzina: Governo al lavoro per ridurre le accise. Ormai non è scampato nessuno dalla “mannaia” del caro-carburanti. La soglia dei 2 euro al litro, sia per la benzina che per il diesel, è ormai stata varcata inesorabilmente dai distributori italiani (salvo rarissime eccezioni, anche qui a Mondovì), e la situazione non è certo parsa in miglioramento nel corso dell’ultima settimana. Anzi.
La rilevazione del Mite sul costo medio dei carburanti nel nostro Paese conferma che i 2 euro al litro, anche nei self-service, sono addirittura un ricordo, certificando l’ennesimo record al rialzo, giorno dopo giorno. Secondo i dati del Ministero, la media settimanale (dal 7 al 13 marzo) per la benzina si attesta sui 2.184 euro al litro, mentre per il diesel si è arrivati a 2.154 euro al litro e il gas a 0.870 euro al litro, praticamente 20 centesimi in più rispetto alla scorsa settimana.

Inutile dire che questi ulteriori aumenti hanno messo in agitazione un po’ tutti, a partire dai cittadini ovviamente, ma anche e soprattutto chi, con il trasporto su gomma, ci deve lavorare. Ed ecco, dunque, che il paventato sciopero blandito dagli autotrasportatori ha avuto inevitabili ripercussioni. In primis sulla gente che, in questo week-end, non ha esitato, anche nel Monregalese, a fare scorte nei supermercati, prendendo di mira soprattutto farina, pasta e olio di semi, per paura che i rifornimenti potessero venire in qualche modo bloccati. Ovviamente, per ora, il rischio non è per nulla giustificato.

Lo scaffale della farina in un supermercato a Mondovì, sabato
Lo scaffale della farina in un supermercato a Mondovì, sabato

Sconto sulla benzina: Governo al lavoro per ridurre le accise

Ma l’allarme dei camionisti non è passato inosservato nelle stanze del Governo che, dopo aver convocato un incontro, ha iniziato a lavorare ad un piano di contenimento dei costi del carburante. Stretto tra il pressing dei partiti e il deteriorarsi della situazione economica acuita dalla guerra in Ucraina, Draghi vuole mettere in campo già in settimana (previsto un consiglio dei ministri venerdì) un pacchetto di misure anti-crisi, sfruttando gli incassi Iva in aumento proprio per il caro-carburante. Si parla di un extra-gettito di circa 200 milioni solo a marzo e di circa 2 miliardi se proiettato su tutto l’anno, che potrebbero consentire di tagliare il prezzo alla pompa di circa 15 centesimi. Ricordiamo che, per quanto riguarda proprio il costo al litro dei carburanti, le accise e l'Iva (che si applica che sulle accise stesse), sfiorano il 55% del prezzo totale. Quindi per un pieno in cui si spende 80 euro, 44 euro vanno a finire in tasse.

Blitz di CasaPound: sacche di sangue e distributori sigillati: «Così uccidete la nazione»

Distributori di benzina sigillati e sacche di sangue, il messaggio chiaro e diretto: «Caro benzina, così uccidete l'Italia». È questa l'azione shock di CasaPound, andata in scena anche in Granda. «Ci sembra assurdo che non ci sia stato ancora nessun intervento governativo per calmierare il prezzo del carburante – si legge in una nota del movimento –. Ci viene da pensare che il silenzio del Governo sia voluto e che non ci sia alcun interesse nel salvaguardare cittadini ed imprese. L'aumento della benzina colpisce ogni settore produttivo, senza nessuna eccezione, e contribuisce all'aumento incontrollato dell'inflazione. Già stiamo assistendo a un razionamento di beni di prima necessità nei supermercati a causa del blocco dei trasporti ed è di questi giorni la notizia dei pescherecci fermi proprio perché impossibilitati a sostenere il costo del gasolio. I colpevoli di tutto ciò sono le grandi aziende petrolifere e l'incapacità del governo, non certo i lavoratori delle pompe di benzina che rischiano anch'essi di essere delle vittime. La situazione è intollerabile: si sta arrivando al punto di dover lavorare per poter pagare la benzina per recarsi al lavoro e la contrazione dei consumi è l'effetto più immediato. Le soluzioni ci sono: abbassamento iva dal 22% al 4% e taglio delle accise. Se non vogliamo veder crollare definitivamente la nostra economia, con una crisi sociale non gestibile, si attuino subito queste due misure. In caso contrario, sarà evidente a tutti che questo Governo è complice nel voler far fallire il paese».

I rincari spingono gli aumenti sul carrello della spesa

I rincari energetici di bollette, benzina e gasolio si scaricano sui prezzi del carrello della spesa con aumenti tendenziali che vanno dal 9% per la farina al 12% per la pasta, al 6% per il pesce all’11% per il burro, dal 7% per la frutta al 17% per la verdura fino al 20% per gli oli di semi come il girasole importato dall’Ucraina che ha dovuto interrompere le spedizioni. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti in riferimento all’ipotesi di un decreto taglia prezzi. «Se i prezzi per le famiglie corrono, i compensi riconosciuti agli agricoltori e agli allevatori – denunciano Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale – non riescono neanche a coprire i costi di produzione con il balzo dei beni energetici che si trasferisce infatti a valanga sui bilanci delle imprese agricole costrette a vendere sottocosto anche per effetto di pratiche sleali che scaricano sull’anello più debole della filiera. Per il balzo dei costi energetici l’agricoltura deve pagare una bolletta aggiuntiva di almeno 8 miliardi su base annua, rispetto all’anno precedente, che mette a rischio coltivazioni e allevamenti. Bisogna intervenire per contenere il caro energia e ridurre la dipendenza dall’estero per l’importazione di prodotti alimentari – proseguono -. L’Italia deve puntare ad aumentare la propria produzione di cibo recuperando lo spazio fino a oggi occupato dalle importazioni che sono sempre più esposte a tensioni internazionali e di mercato, lavorando per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione, come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali. Per questo bisogna agire subito facendo di tutto per non far chiudere le aziende agricole e gli allevamenti sopravvissuti incentivando le operazioni di ristrutturazione e rinegoziazione del debito delle imprese agricole a 25 anni attraverso l’Ismea, prevedendo nuovi sostegni urgenti per filiere più in crisi a causa del conflitto e del caro energia e fermando le speculazioni sui prezzi pagati degli agricoltori con un efficace applicazione del decreto sulle pratiche sleali”.

LA TOP TEN DEGLI AUMENTI NEL CARRELLO NELL’ULTIMO ANNO

  1. Olio di semi (girasole, mais, ecc.) +19%
  2. Verdura fresca +17%
  3. Pasta +12%
  4. Burro +11%
  5. Frutti di mare +10%
  6. Farina +9%
  7. Margarina +7%
  8. Frutta fresca +7%
  9. Pesce fresco +6%
  10. Carne di pollo +6%

(Fonte: elaborazione Coldiretti su dati Istat inflazione a febbraio 2022)

 

 

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