Il “Requiem” di Mozart, in Cattedrale a Piazza

Sabato 9 aprile alle 21 a Mondovì, nella navata di San Donato, l’esecuzione del capolavoro del compositore austriaco, con l’Orchestra “Melos Filarmonica” di Torino. Un concerto del cartellone musicale cittadino

È rimasta nella storia del cinema la scena di un Mozart in agonia che, nonostante tutto, non smette di comporre e detta al rivale Antonio Salieri la partitura del “Confutatis” della Messa da Requiem commissionatagli da un misterioso sconosciuto. Non c’è dubbio che la pellicola di Milos Forman, "Amadeus", oltre a consolidare un vivace ritratto del compositore nell’immaginario collettivo (e di converso un’ingenerosa denigrazione del povero Salieri) abbia contribuito a gettare su questa partitura un alone di fascino e mistero. Non è tutta finzione cinematografica: la Messa da Requiem in re minore ha davvero una storia particolare: fu una commissione giunta a Mozart da un uomo che intendeva restare anonimo. Un lavoro ben pagato, a patto che l’autore rinunciasse a ogni diritto, anche intellettuale, su di essa in seguito. Naturalmente non fu nessun angelo della morte a presentarsi alla porta di Mozart per indurlo a comporsi da solo la musica per il funerale, né fu, come si inventò Stendhal nel lavoro teatrale che costituì il soggetto del film di Forman, lo stesso Salieri, che voleva appropriarsene e togliere di mezzo lo scomodo collega. Con ogni probabilità il misterioso figuro era solo un nobilastro che voleva farsi bello agli occhi degli amici con una partitura che voleva spacciare per propria. Si è parlato tanto, su questo lavoro, forse anche troppo: mettendone in discussione l’autenticità, ponendolo in relazione con la vita personale di Mozart e con la sua imminente fine. La “Messa”, tecnicamente, è incompiuta, fu completata in seguito dall’allievo e collaboratore Franz Xaver Süssmayr: Mozart arrivò a completare le prime battute del “Lacrymosa” e a lasciare un abbozzo di alcune parti successive. Con quella di Verdi, è la composizione del genere più nota, uno dei grandi capolavori della musica sacra di ogni tempo. Sarà possibile ascoltarla a Mondovì, sabato 9 aprile, nella Cattedrale di San Donato, alle ore 21. Il concerto è organizzato nell’ambito del cartellone musicale del Comune, curato dall’Academia Montis Regalis: esecutori i musicisti dell’Orchestra torinese “Melos Filarmonica” e il Coro Filarmonico di Nizza insieme alle quattro voci soliste il soprano Aude Fabre, il contralto Lucie Roche, il tenore Luca Lombardo ed il basso Enrico Gaudino. Questo è il terzo concerto tenuto negli ultimi due anni a Mondovì dall’Orchestra Melos. Occasione importante per gli appassionati monregalesi, di ascoltare un lavoro così importante e con un organico di un certo rilievo, che comprende coro e orchestra.

Uno dei grandi capolavori della musica sacra

Con quella di Verdi, è la composizione del genere più nota, uno dei grandi capolavori della musica sacra di ogni tempo. Sarà possibile ascoltarla a Mondovì, sabato 9 aprile, nella Cattedrale di San Donato, alle ore 21 (ingresso libero). Il concerto è diretto dal maestro Giulio Magnanini, maestro del Coro dell’Opera di Nizza, tra i più grandi esperti della coralità francese e direttore di fama internazionale

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