Centri d’accoglienza cebani coinvolti nella presunta truffa da 300mila euro

Le indagini iniziate da Montezemolo cinque anni fa: l’accusa è di aver trasferito gli immigrati in altri centri e percepito indebiti compensi

Si ipotizza una truffa da 317 mila euro ai danni dello Stato da parte di tre cooperative incaricate della gestione di otto diversi centri di accoglienza straordinaria (CAS) nella provincia di Cuneo. Le indagini sono partite a fine 2017 da una lettera anonima che aveva segnalato anomalie in alcuni centri, convenzionati con la Prefettura nel periodo dell’emergenza sbarchi. «Durante un’ispezione al CAS di Montezemolo si era riscontrata l’assenza di dieci ospiti» ha spiegato in Tribunale il luogotenente Maurizio Leo della Guardia di Finanza di Mondovì. Era emerso che al posto degli immigrati che sarebbero dovuti essere presenti ce n’erano altri: «Successivamente ci siamo accorti che questa “rotazione” avveniva in tutti i CAS della stessa cooperativa».

Le fiamme gialle monregalesi avevano rintracciato solo a febbraio gli immigrati “dispersi”: erano in un fabbricato rurale a Pietra Ligure, in un luogo non segnalato alla Prefettura e al quale si era risaliti solo grazie alle indicazioni di alcuni ospiti del centro di accoglienza di Montezemolo. Nella struttura, sede di un’associazione che organizzava trekking con asini e attività educative nella natura, era presente anche un dipendente della Immacolata 1892 srl, la cooperativa (con sede a Torino) che gestiva il CAS di Montezemolo. Quest’ultima aveva in carico la gestione di altri sei centri di accoglienza in provincia: tre a Ceva, uno a Valdieri e due Borgo San Dalmazzo. Dalle successive indagini è emerso il coinvolgimento di altre due cooperative torinesi, la Casa dell’Immacolata srl e la cooperativa Il Tulipano. Secondo i finanzieri le tre coop erano caratterizzate da una “gestione promiscua”, evidenziata dalla contiguità fisica delle rispettive sedi e da numerosi passaggi di denaro e dipendenti.

A giudizio per truffa e sfruttamento del lavoro sono finiti i responsabili legali G.B. per la Immacolata 1892, C.B. e G.M. avvicendatisi alla guida de Il Tulipano ed E.A. per la Casa dell’Immacolata. Nelle accuse a carico dei quattro responsabili delle coop si dice che gli immigrati sarebbero stati «arbitrariamente trasferiti in Liguria per svolgere attività lavorative in campo edilizio e cura e manutenzione del verde» con «compensi al di fuori di ogni norma di legge, senza autorizzazioni o contratti». Il luogotenente Leo ha precisato di non aver visto i richiedenti asilo svolgere alcuna attività durante il primo sopralluogo: ogni loro spostamento, però, avrebbe dovuto essere comunicato per tempo alla Prefettura. A Pietra Ligure erano state trovate schede di valutazione delle mansioni lavorative e fogli di presenza, necessari per richiedere in Prefettura il contributo da 34,50 euro al giorno per ciascun ospite. Non risulta che i compensi fossero stati chiesti più volte per gli stessi richiedenti asilo, tuttavia la Procura di Cuneo ha ritenuto provata la truffa dal momento che gli immigrati venivano identificati come presenti in strutture dove in realtà non erano stati trovati. I contributi indebitamente percepiti, secondo i conteggi del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria, ammonterebbero a 317.635 euro. La prossima udienza è fissata al 31 ottobre per il proseguimento dell’istruttoria.

 

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