Mondovì è bella, affascina, è in una posizione "baricentrica" rispetto a un territorio apprezzato per l'outdoor e ha almeno due cose che ci invidiano mezzo il Piemonte: una piazza di una bellezza incredibile e un panorama da Balvedere che mozza il fiato. Questo, almeno, è quello che dicono i turisti di questa città. E allora perché si fermano poco? Le risposte fanno riflettere: «Perché ci sono pochi alberghi: vengono qua, ma dormono fuori. Perché gli orari non sono agevoli, il biglietto della funicolare appare scomodo, l'Ufficio turistico è difficile da trovare». Insomma: Mondovì è una città con del potenziale enorme, ma sfruttato male.
Sono questi i dati - interessantissimi - che vengono fuori dallo studio che l'impresa culturale "Kalatà" (quella che a Vicoforte ha ideato e lanciato il progetto Magnificat) ha realizzato per conto del Comune di Mondovì. I dati sono stati presentati ieri sera, venerdì 18 gennaio, davanti a un platea di operatori del settore ma anche di numerosi cittadini interessati, forse più di quanti se ne erano mai visti in una normale conferenza stampa su temi così tanto tecnici.
Il metodo di indagine di Kalatà ha seguito cinque filoni: l'analisi dei dati degli Ossevatori regionali, culturale e turistico; un'indagine su 30 esperti del settore; un'indagine sulle strutture ricettive e alberghiere; interviste e questionari ai turisti; e infine un'indagine sul campo, in incognito, "pedinando" i turisti e seguendone gli itinerari, i tempi, gli spostamenti.
Gli attrattori culturali di Mondovì sono quelli più "banali": piazza Maggiore e il Belvedere con la Torre. Non c'è affresco barocco che tenga, la Chiesa della Missione col suo cielo dipinto è in pratica un satellite del vero pianeta, la piazza medievale. Ma gli orari dei ristoranti non sono agevoli, il biglietto della funicolare spinge a fuggire anziché a fermarsi, e così il turista viene, fa un giretto e se ne va. Dove? Di solito, nell'outlet di Mondovicino. Oppure a Prato Nevoso o a Vicoforte. Per gli esperti del settore, gli attrattori per il futuro non possono che essere Piazza e le mongolfiere.
A "tirare" sono anche gli eventi: quelli cittadini, come appunto le mongolfiere, il Carlevè o l'Artigianato, ma anche quelli privati come il Festival "Wake Up" di Mondovicino, che ha totalizzato oltre 100 mila presenze nelle serate dei live.
Chi è il turista di Piazza? «È un turista di età media, fra 35 e i 50 anni, la tipica famiglia con bambini, che ha scoperto Mondovì grazie a una manifestazione o perché cercava un luogo panoramico sulle Langhe o sulle Alpi. Di solito scelgono Mondovì perché è stata loro consigliata o perché fa parte di un itinerario». In metà dei casi, il turista che viene qua non era mai stato prima a Mondovì. Vuole visitare Piazza e mangiare nel rione storico e spende in media 13 euro: ovvero molto meno della media nazionale (oltre 30 euro). Non sale quasi mai a Piazza con l'auto, ma usa i bus o la funicolare: la scelta di pedonalizzare piazza Maggiore suona vincente. E non si ferma: non si trattiene in città, men che meno in centro, dove c'è forte carenza di posti letto. Kalatà non ha dubbi: «Serve un piano di marketing che faccia lanciare la città, Mondovì è carente da questo punto di vista. Serve un brand su cui investire. Può essere la mongolfiera? Se è così, dobbiamo esserne all'altezza».
La direzione su cui vuole puntare il Comune pare quella: «Mondovì deve diventare "la città del volo" – affermano sindaco e assessore alla Cultura – . Abbiamo un ampio progetto proprio in questa direzione». Per l'ATL cuneese le potenzialità sono enormi: «In alcuni mesi gli stranieri erano quasi il 50% – sostiene Mauro Bernardi, presidente –. Gli eventi che funzionano? Mongolfiere, Artigianato, Carlevè e Peccati di gola. ma serve potenziare la sinergia col territorio, creare una rete per fare in modo che i turisti che visitano questa città poi si fermino qui»